La verità è che non c'era un solo motivo valido, avevo pensato in un primo momento. Neanche uno, ve lo giuro: semplicemente ce l'avevano con me. O forse, più semplicemente, non avevano coraggio. Altrimenti perché rifiutare le mie tavole? Erano geniali, tutte le persone che mi stavano intorno erano d'accordo. Innovative, imprevedibili, ben tratteggiate. E poi non ce n'era uno, dico uno, che avesse il coraggio di dirmi, che ne so, che erano disegnate male, che la storia non reggeva: no, accampavano scuse di ogni tipo per non pubblicarle. E a quel punto l'avevo capito: la mia geniale striscia a fumetti non avrebbe mai visto la luce. Le case editrici di mezza Italia le avevano rifiutate con una scusa.
Non capivo perché “Le avventure intergalattiche di Mikhail Bulgakov” non piacessero. C'erano tutti gli ingredienti: un supereroe, un personaggio storico, le ambientazioni eleganti della Mosca dei primi tempi della Rivoluzione d'ottobre, la satira politica. Più avanti la contrapposizione tra blocchi, la vita da bohémien, un gran numero di belle gnocche. Proprio non c'era nessun motivo. O meglio: all'inizio io non l'avevo capito, qual era il motivo. Ma poi fui illuminato da un'intuizione: la ragione era nascosta nelle risposte che le case editrici mi avevano dato.
Prendete la Foxtrot: pubblicava ancora oggi le tavole di quell'eroinomane di Ambrogio Calma, volete che non avesse spazio per le mie? Mi presentai nei loro uffici prima di andare da ogni altro editore, e quel tizio, quel Marcello Desideri, mi aveva detto che non andava bene che le strade si chiamassero “Tverskaja ulitsa” o “Sadovaja ulitsa”, che avrebbero dovuto chiamarsi “via Tver” o “via dei Giardini”. Che idiota! E dire che non gli avevo neanche detto che quella era solo una versione per lui, che pian piano quelle strade, sui cartelli, si sarebbero chiamate Тверская улица e Садовая улица. Un po' di sano realismo, e che diamine! Ce lo vedete voi un cartello di Mosca scritto in caratteri latini? Da piccoli, quando leggevate i manga, i cartelli erano o non erano in ideogrammi? E quello vi impediva di leggere i vostri fumetti, di capirli? Tenni per me le mie osservazioni, ringraziai Desideri e passai alla casa editrice successiva. Ma neanche lì andò bene.
Alla Echo parlai con il direttore della collana “Farfalla”, Piero Pezzalo. Un cieco avrebbe saputo far meglio il suo lavoro, credetemi! Gli portai una decina di tavole, le lasciò sulla scrivania per una settimana abbondante e poi mi scaricò con una scusa: mi disse che uno che già di suo faceva il medico e nel tempo libero era uno scrittore non aveva tempo per una terza identità. “Se è un dottore – mi disse – già avrà le sue difficoltà. Come vuoi che trovi un ritaglio per volare da Teatralnaja verso Ploshchad Revolutsij per salvare bambini e donne in difficoltà?”. A lui, come a Desideri, non dissi quel che pensavo: mi limitai a ringraziarlo per il tempo che mi aveva dedicato, a raccogliere i miei disegni e allontanarmi in fretta.
Una sorte uguale mi toccò alla Romeo e, per farla breve, ovunque. “L'Unione Sovietica è démodé”, mi disse quel tale, Francesco Magro. “Un supereroe di provenienza aliena è un espediente trito”, gli fecero eco alla Sierra. “Il fumetto storico non tira più da un pezzo”, disse un altro deficiente alla Lima. Insomma: tutti mi davano il benservito con scuse accampate lì per lì, ma fu soltanto alla Bravo che mi dissero qualcosa di più vicino alla realtà: “Bulgakov – mi spiegò l'editor, l'avvenente Elena Bonito Oliva – morì nel 1940, vent'anni prima che la Vostok 1 prendesse la via dell'orbita. Il viaggio dello scrittore nello spazio è un impossibile anacronismo”.
Come avevo fatto a non pensarci prima? Il 1940. Marzo 1940, per l'esattezza. Esattamente sei mesi dopo l'invasione sovietica della Polonia. Non era sospetta, quella morte? Dico: un medico conosce il proprio corpo, sa perfettamente quali sono le malattie che gli hanno portato via il padre. Era evidente quello che tutti nel mondo dell'editoria sapevano: Bulgakov, in realtà, una tripla vita ce l'aveva. Perché, altrimenti, il regime avrebbe sopportato le sue critiche? Solo per un'antica simpatia di Stalin nei suoi confronti? Lo intuii immediatamente: Bulgakov, in realtà, era un agente segreto, il mediatore che aveva permesso a Ribbentrop e Molotov di incontrarsi. Un uomo troppo scomodo, in quel momento, perché potesse rimanere in vita.
Era questo il segreto custodito dalle case editrici di mezza Europa. Il segreto che mi avrebbe impedito il decollo nell'Olimpo dei disegnatori. Era per questo, per costringermi a dimenticare tutto, che mi obbligavano a prendere quelle pillole. Ma io no, stavolta non mi sarei piegato alla loro volontà: sarei fuggito in America, dove il mio segreto sarebbe stato apprezzato. Lontano, lontano da quel covo di pazzi. Finalmente al sicuro. Finalmente libero dalla censura. Finalmente felice.
ps Quando ho dato vita a questo spazio, meno di tre mesi fa, non sospettavo che avrei festeggiato così presto le 50.000 pagine viste. Grazie a chi ha scritto, a chi ha commentato, ma anche ai tanti, ai tantissimi che, in silenzio, hanno avuto la pazienza di leggere le storie pubblicate da queste parti senza lasciare una traccia.
Complimenti! E' sempre un immenso piacere perdersi fra le tue parole, i tuoi personaggi, i tuoi racconti.
RispondiEliminaBe', il tuo successo è ampiamente meritato, te lo garantisco!
RispondiEliminaBulgakov, uno dei più grandi del ventesimo secolo, intergalattico lo era di per se.
RispondiElimina(non per smontarti, ma 20000 pagine viste sono mie. Oh, son duro, devo rileggere.
No, complimenti viverrimi.)
Altre 10.000 pagine le ho visitate io... quindi facendosi due conti... :-) COMPLIMENTI SILAS!!!
RispondiEliminaRitornando al racconto, sinceramente un fumetto su:
“Le avventure intergalattiche di Mikhail Bulgakov” dove "C'erano tutti gli ingredienti: un supereroe, un personaggio storico, le ambientazioni eleganti della Mosca dei primi tempi della Rivoluzione d'ottobre, la satira politica. La contrapposizione tra blocchi, la vita da bohémien, un gran numero di belle gnocche".
lo trovo parecchio noioso... io non lo leggerei mai. :-)
^^ grazie a tutti (in particolare a Usagi e w_r, che detengono il 60% delle mie pagine viste ^^)
RispondiElimina@Usagi: quindi fai parte anche tu della cospirazione mondiale che vuole nascondere la verità su Bulgakov?
Ebbene si Silas, faccio parte della cospirazione di chi per non osare chiedere chi è bulgakov, va a cercare su wikipedia.... - -'
RispondiElimina^^ Fatti guidare: esci di casa, sali in macchina, vai alla libreria più vicina e prendi "Il maestro e Margherita". Prima di uscire pagalo.
RispondiEliminaAuguri :)
RispondiElimina@usagi: già che ci sei, prendi anche "cuore di cane" e "uova fatali", non avrai a pentirtene.
RispondiEliminaE dove sono i gatti neri grassoni che si atteggiano a esseri umani????? :D
RispondiEliminaSilas, davvero bella storia bulgakov in veste di super eroe..
confesso che è in assoluto uno dei miei autori preferiti e considero il Maestro e Margherita uno dei capolavori della letteratura mondiale di tutti i tempi (non a caso è il mio libro preferito..) quindi non mi può fare che piacere ritrovarlo in un fumetto :)
@Grace: grazie **
RispondiElimina@w_r: beh, sì, in subordine un bel po' di altra roba. Anche "Appunti sui polsini", per rimanere in tema con quel che facciamo qui. Ma "Il maestro e Margherita" su tutti.
@Leucò: naa, ne saresti delusa. Del fumetto, dico. E poi disegno molto male.
E io mi ero persa questo blog????
RispondiEliminaNoooo... devo riparare :D
^^ C'è sempre tempo.
RispondiEliminaSono lieta che tu non sappia disegnare (visto che sai scrivere così bene) ma io mi riferivo al protagonista della storia.. :P
RispondiEliminaPillole? Quali pillole? Uh, devo ricominciare daccapo! Però, prima, doverosamente: complimentZ! :D
RispondiEliminaBeh... ehm, sì, ho sovrapposto i due piani ^^ Càpita.
RispondiEliminaComunque, ecco, lo ribadisco: non so disegnare.
@Charlie: grazie mille ^^ (sì, il trucco è quello: farvi ricominciare daccapo per avere una pagina vista in più)
Per Usagi e Web Runner: oltre ai tre citati, vi consiglio lo sconosciuto I diari di un giovane medico (non avete idea di QUANTA verità ci sia lì dentro).
RispondiEliminaAl riparo dalla censura... in America?? Oh, Silas, beati i sognatori :)
esagererò, ma per me assieme ad Huxley Bulgakov è il più grande scrittore della prima metà del novecento, lo adoro:) il tuo racconto come sempre è semplicemente geniale, con un bel finale "alla silas"...complimentoni mi è piaciuto tantissimo:)
RispondiElimina@ Cecilia...Ti dirò, non mi ha mai ispirato la lettura di quel libro, sarà per il mio netto distacco dall'arte medica che mi porto avanti da quando sono nato...trascendendo da questa componente dici rimane una lettura meritevole (Mi dirai, stiamo parlando di Bulgakov, merita a prescindere...però dimmi altro:) )?
Ps: complimenti per il traguardo Silas, te lo meriti tutto:)
Noir escalation! Ellroy, stai attento!
RispondiElimina@Cecilia: ^^ beh, lasciamolo sognare
RispondiElimina@br1: grazie mille, non sapevo di aver dato il nome a un tipo di finale ;)
@Adriano: no, credo possa stare tranquillo, al momento ^^
ho capito, mi devo leggere Bulgakov. e io che, in libreria, ci passavo sempre vicino fischiettando...
RispondiEliminaStupendo...l'ho letto solo ora perché questi giorni non ho avuto tempo... sono rimasta a bocca aperta...veramente, ma veramente, veramente bello! anzi Bello con la B grande! Bravo Silas. Complimenti per il traguardo te lo meriti!
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