Ok, la saga familiare di errebi la conoscete già. Quarta puntata (qui la prima, qui la seconda, qui la terza).
Da un po’ di tempo a casa di Giulio i rapporti tra i componenti la famiglia non sono tutto zucchero e miele. Virginia ha sicuramente qualcosa che le bolle in pentola e sta aspettando il momento giusto per scoperchiare il coperchio. Il primo allarme al compleanno di Giulio. Era consuetudine l’appuntamento di tutto il nucleo famigliare alla sera dopo pranzo invece questa volta chi è andato prima chi dopo. Virginia con il marito, la figlia e il genero la sera, Clara al mattino ed Elena nel pomeriggio. Cosa mai starà succedendo? Silvia non se ne era poi preoccupata più di tanto. Succede i ragazzi hanno molti impegni, a volte si desidera stare tranquillamente in casa propria dopo una giornata di lavoro stressante. Giulio non è mai stato troppo espansivo e forse per lui questa ricorrenza era solo una rottura di scatole perciò mattino, pomeriggio o sera faceva lo stesso. Non si capiva però cosa ci fosse di così scottante per non celebrare l’evento come sempre. Qualcosa era scattato al mattino quando Virginia telefonò a Clara. “Ciao Clara sono Virginia oggi è il compleanno del ‘nonno’ hai già pensato cosa fargli?”. “Oh Virginia guarda sono talmente impegnata, tra le faccende di casa e lo studio di Michele, che mi era passato di mente”. Per le faccende di casa è risaputo che Clara ha la colf e per lo studio di suo marito non si sa cosa abbia da fare. “Cosa hai intenzione di fare? Hai sentito Elena?”. “No non ho sentito Elena e poi anch’io con i figli, il marito, il lavoro, mi è venuto alla mente solo ora. A proposito stasera sono impegnata non posso esserci”. “Ma come così all’improvviso, Virginia, dai non siamo mancati mai come ci resteranno mamma e papà?”. “Lo so Clara ma proprio non posso e comunque non perdiamoci in chiacchiere, hai intenzione di fare qualcosa insieme oppure mi arrangio da sola”. “Mamma mia Virginia sei un po’ suscettibile oggi, hai qualcosa che ti gira storto lasciamo perdere ognuno si arrangia e fa da sola”. Si è accesa la miccia. Come sempre Elena è all’oscuro di tutto. Quando verrà a sapere qualcosa sarà gia tutto fatto e non avrà nessuna possibilità di replica. Tutto scoppia nel pomeriggio quando Clara, in studio del marito, in un momento di pausa parla con lui. “Clara, ieri è venuta qui in studio tua sorella Virginia. Sai per quello studio di fattibilità sul loro passo carraio. Beh in poche parole ha incaricato dell’esecuzione progetto un altro studio. È inconcepibile, non capisco, che mancanza di rispetto ma con chi crede di aver a che fare. Perché siamo parenti crede di potersi prendere certe libertà?”. Clara appresa la notizia è come sobbalzata dalla sedia. “Mia sorella si permette questo? Ma adesso la chiamo io e gliene dico quattro”. “Lascia stare Clara cerchiamo di essere superiori”. Clara esce dall’ufficio del marito prende il cellulare e chiama immediatamente Elena: “La sai l’ultima di tua sorella Virginia”. “Ultima, di che cosa, cosa è successo?”. “Intanto questa sera non viene al compleanno del papà e poi…”. “Beh se è per questo non ci andiamo neanche Claudio ed io qual è il problema?”. “Ha scaricato Michele. Ha incaricato di redigere il progetto del passo carraio un altro studio senza nessuna giustificazione”. Elena rimane un po’ in silenzio poi pensandoci su non vede quale grosso problema possa essere avvenuto. Fino a prova contraria siamo in democrazia pensa e ognuno è libero di andare e fare ciò che vuole. “Ma per così poco Clara ne fai una tragedia”. “Ma proprio non capisci con te è proprio inutile parlare. È un'offesa, ci sta trattando come degli estranei non può permettersi di comportarsi in quel modo”. La telefonata continua ancora per un po’ con Clara blaterante dall’altra parte del filo poi Elena con una scusa taglia corto e chiude lasciando Clara senza la possibilità di replica. Lo studio sul passo carraio? Elena cerca inutilmente di ricordare ma di questa faccenda non ne ha mai sentito parlare. Non riesce a ricordarsene neanche sforzandosi. Era da un pezzo comunque che Claudio le aveva detto che c’era qualcosa di strano in Virginia. Era come avesse una sorta di repulsione ogni qual volta ci si trovava. Non capiva bene cos’era ma l’ultima rivelazione non lo prese d’improvviso. “Ecco allora cosa stavo bollendo in pentola. Vuoi vedere che Michele ha presentato il conto a Virginia e Fabrizio e questi non se lo aspettavano?”. “Il conto che problema c’è, rispose Elena, ovvio Livio non lavora mica gratis”. “Ma Elena mi sorprendi non mi vuoi mica far credere che non conosci a fondo Fabrizio e Virginia. Pensi che si siano rivolti a Livio perché lo considerino un bravo ingegnere. Ma non farmi ridere per piacere, sono andati da lui perché, essendo un parente erano convinti che non gli sarebbe costato niente”. Certo Fabrizio era una brava persona niente da dire ma, non toccarlo nel portafoglio. Adesso poi che è in pensione fa fatica ancor più di prima a tirarlo fuori. Come quella volta con Claudio e Elena. I due stavano ormai per sposarsi e dovevano impegnarsi nel sottoscrivere un lungo mutuo per il pagamento dell’appartamento acquistato in cooperativa. Certo c’erano tutte le agevolazioni per le giovani coppie, l’appartamento acquistato in cooperativa, le agevolazioni sui tassi di interesse sul mutuo ma, i soldi ci dovevano essere comunque. Giulio quella volta, chissà forse non nel pieno delle sue facoltà, aveva proposto a Elena il prestito di una certa cifra in modo tale da poter attivare un mutuo meno lungo e con una rata più bassa. Claudio non ci credeva ma visto che tutto era vero si era convinto all’idea. Poi, d’improvviso, il fulmine Fabrizio. Sempre sull’orlo di perdere il lavoro, non si sa come visto che era proprietario di una lavanderia industriale, si presenta un giorno a casa di Giulio disperato. Il lavoro, la crisi, sua figlia Virginia, i suoi due nipoti, insomma i soldi che dovevano essere di Claudio ed Elena andarono a Fabrizio. Il signor Giulio, poi, tagliò corto le spiegazioni ai due, Fabrizio aveva più bisogno di loro tanto il mutuo c’era per qualsiasi importo, più lungo e più alto ma che importanza aveva i soldi c’erano. E dall’altra parte? È sempre rimasto un segreto quel mutuo di Fabrizio imprenditore, anche lui impegnato nell’acquisto di una casa, ma con lo stesso identico mutuo agevolato di Claudio e Elena. Guadagnava come loro? Guadagnava meno di loro?”. “Te lo ricordi vero Elena. Non abbiamo preso da tuo padre un becco di un quattrino e poi alla fine, beh lasciamo perdere perché altrimenti...”. E così si era arrivati al dunque. Virginia e Fabrizio aprivano le porte alla guerra. Clara aveva avvisato tutti i suoi ‘amici per bene’ naturalmente la crema dell’alta società del paese ricevendone solidarietà e comprensione. Claudio avrebbe voluto esserci quel giorno, nascosto in un angolino nello studio di Livio e sentire Virginia che le comunicava la sua decisione. L’ingegnere conoscendolo era rimasto certamente impassibile con il preventivo tra le mani facendo buon viso a cattiva sorte. Già pensava come dirlo a Clara. A dirlo in maniera tale che tutta la colpa ricadesse su Virginia e che Clara e la figlia si unissero con lui al suo dolore di parente affranto. Rimaneva solo un dubbio. Era stato Livio a presentare il conto alla cognata senza che nessuno lo sapesse o, invece, era una azione studiata e voluta da lui e Clara insieme? Per Claudio era sicuramente più probabile la prima. Conoscendo Livio non si sarebbe certamente stupito della sua decisione. Livio non era abituato ad informare di tutto quello che faceva la moglie e quindi il conto era sicuramente opera sua. Sicuro poi del fatto che Clara non avrebbe mosso bocca è andato avanti come un carro armato già sapendo di avere comunque la moglie dalla sua parte. Di Livio, per Clara, non si poteva assolutamente parlar male. Non era permesso mettere in discussione l’ingegnere. “Livio non si tocca” diceva sempre. Al pensiero di separarsi ci aveva pensato molto tempo addietro ma poi, certamente la paura fa novanta e per Clara, che già aveva con eleganza, accettato un tradimento coniugale il rimanere sola e senza la vita sociale a cui era abituata sarebbe stata una tragedia. “Sto vivendo il momento migliore della mia vita. Ho un marito che meglio di così non potrei avere, una figlia che mi da un sacco di soddisfazioni, cosa potrei desiderare di più” aveva detto Clara ad una festa in occasione del compleanno della figlia mentre la famiglia sapeva del tradimento. Ma non c’era proprio di che stupirsi anzi sarebbe stato strano il contrario. Eppure come non porsi delle domande per quel mancato incontro. Giulio e Silvia le domande non erano abituate a farsele anzi, non servivano. Erano talmente convinti della perfezione della loro famiglia che non facevano parte della loro mentalità. Facevano al loro caso quando dovevano parlare degli altri, gli estranei. Quelli che, a loro modo di vedere, erano giustificati nel criticare e che venivano commiserati dei loro errori. Gli errori nella famiglia non c’erano. Ma lentamente la famiglia perfetta che Giulio e Silvia credevano di aver creato si stava distruggendo. Cominciavano le prime crepe senza per questo intaccare la realtà irrealtà di Giulio e Silvia. Come in una campana di vetro continuavano nel giustificare sempre e comunque le loro debolezze, stretti alle loro tre figlie. Una foto perfetta in un giorno perfetto, di quelle che si tengono esposte in soggiorno in bella cornice; loro cinque con gli abiti da festa, in una mattinata piena di sole. Ma a guardarla bene già incominciava ad esserci un ombra in quel idilliaco ritratto di famiglia. Una presenza fra loro, ignari di tutto. Una presenza estranea, proprio quella criticata dalla famiglia. Entrata come uno spettro ha iniziato a guastare tutto. Solo un’immagine di facciata, la glassa sottile e splendente di una falsa famiglia felice che stava cominciando a marcire. L’invasione era iniziata con quel studio di fattibilità gettato al vento da Virginia. Ma Virginia non sapendo aveva fatto entrare l’ombra, aprendo una porta segreta, l’ombra che non si accontenterà più di essere un ombra ma vorrà far parte della foto di famiglia, prendere il posto che le compete lasciando Giulio e Silvia nel loro irreale guscio di protezione.
ps Se vi va di leggere un racconto mio, invece, gli amici di (A) Prova di Crash (ricordate il_cesco?) oggi ne ospitano uno.
ps Se vi va di leggere un racconto mio, invece, gli amici di (A) Prova di Crash (ricordate il_cesco?) oggi ne ospitano uno.
mi appassione questa storia perché ne conosco una simile con una protagonista che si chiama Virginia...
RispondiEliminaMa dai? Io ne conosco una simile con una protagonista che si chiama Elena, ma senza studio di fattibilità per il passo carraio...
RispondiEliminaPs: Silas... Non so se perdonarti per il fatto che leggi poco i blog amici... Ma vabbè... Facciamo che sì e poi vado a leggere il tuo racconto...
RispondiEliminaSu, su, perdonatemi. Periodo di grande casino, di quelli da capogiro.
RispondiEliminaUn periodo che circoscriverei agli ultimi dieci anni, per dirla tutta.
le saghe familiari sono sempre avvincenti, non c'è che dire...stento a credere che sia inventata, secondo me anche l'autore aspetta la quinta parte.
RispondiEliminaLa quinta parte è già bella e pronta. Basta attendere un pochino e Silas la pubblicherà
RispondiElimina:) Detta così sembra uno spot: restate con noi.
RispondiEliminache casino 'sta famiglia... ma la seguo con attenzione! Mi piace soprattutto il nome "Elena".
RispondiEliminaSì, Usagi... Concordo. Per quanto trovi il nome "Claudio" abbastanza banale e scontato, il nome "Elena" invece ha un nonsocchè di fascinoso :-D
RispondiEliminaPer una Elena si è combattuta una guerra...
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