mercoledì 10 novembre 2010

Una strana corsa

Anche oggi ospitiamo su queste pagine un amico della blogosfera. Date il benvenuto a web runner.

Era una corsa strana, me ne resi conto subito.
Una prima edizione, il “memorial Riccardo Mattesoni”. Non sapevo chi fosse questo tizio, ma il suo nome aveva su di me un’attrattiva invincibile.
Così ero lì, in mezzo al gruppo.
Uno strano gruppo…
Di sconosciuti. E questo era strano, per l’appunto. Molte facce sono sempre le stesse in queste gare della zona. Già, ma quale zona? Per trovare il posto il tom-tom si era quasi sui-sui cidato per l’esaurimento, un vero posto dimenticato da dio ma soprattutto dagli uomini.
E poi le facce. Eteree, quasi evanescenti. Sembrava un gruppo di fantasmi stinti. E le maglie. Mai viste prima. Possibile che non ci fosse neanche una squadra conosciuta?
Ma passiamo oltre. La partenza mi sorprende, i cenci partono tutti come saette. Mi accodo, che altro posso fare?
Pian piano trovo il ritmo giusto, e comincio a superare un po’ di gente. Ma non è come al solito. Provo un enorme piacere nel farlo, ben oltre l’immaginabile e il consueto. E la folla è in delirio.
Folla?
In una garetta così? Due ali di folla affiancano la strada... guardo le facce, e un brivido inspiegabile mi corre lungo la schiena.
Guardo il concorrente che sto superando e, beh stavolta altro che brivido. Mi sorride e prende colore, come scaldato da una sorgente interna. Mi volto e lo vedo, letteralmente, sparire, insieme alla strada dietro di me. Si vedono solo le facce di quella folla agghiacciante…
Mi sforzo di guardare avanti. Poco avanti a me corre il numero 101. Indossa una strana casacca azzurra con una scritta, “l’ignoranza è forza”. Ma non sembra il nome della squadra, sembra più... un marchio, ecco. Dalla folla, una mano si sporge, quella di un uomo alto, di mezza età, elegante e sicuro.
- Winston!
Il numero 101 afferra quella mano e si volta verso di me che lo sto affiancando. A quel punto afferra la mia mano, costringendomi a rallentare. Non sono più me stesso per qualche secondo, l’orrore si impadronisce di me. Non ho mai sopportato i topi. Winston molla la presa, mi guarda e con voce lontana mi fa:
- Il mio destino è il tuo. Noi siamo i morti.
A quel punto vinco il terrore aumentando il passo. Winston riprende colore a vista d’occhio ma dopo che l’ho distanziato inizia a dissolversi gridando:
- Montag! Ehi, Montaaaaaaaaaaag! Non dimenticarmi!
A quel grido il numero 451, che mi sta poco avanti, si volta. Indossa una maglietta anonima, senza scritte a parte il numero.
- Non si può - mi dice come se avesse colto una domanda nel mio sguardo.
Mentre lo supero (e lo vedo accendersi, ormai ho capito il meccanismo) mi accorgo che sul petto ha un numero diverso che sulla schiena. Come ci si può aspettare, è un numero a 4 cifre. Prima di sparire, inizia la sua litania, che mi accompagna finchè non lo distanzio: “Era una fresca giornata d’aprile e gli orologi segnavano l’una. Winston Smith, col mento sprofondato nel bavero del cappotto per non esporlo al rigore del vento, scivolò lento fra i battenti di vetro dell’ingresso agli Appartamenti della Vittoria…”
Il numero 5 indossa la casacca dell’Atletica Tralfamadore.
- Sto tornando a Dresda – mi dice mentre lo supero. – Tu ci sei mai stato a Dresda?
- No, Kurt – gli rispondo mentre ricaccio indietro una lacrima.
- Billy. Mi chiamo Billy.
Aumento il ritmo, ormai mi mancano pochi concorrenti da superare.
Il numero 22 ha diversi tifosi sparsi tra la folla. Sono gli unici che appaiono umani in quella fauna disgraziata. Indossano magliette colorate col simbolo della pace, cartelli contro un certo Nixon e spille con su scritto “Yossarian vive”.
Lo affianco. Mi sorride.
- Tu sei pazzo.
- Eh?
- Avresti potuto non correre questa gara.
- Davvero?
- Già. Ma se chiedevi di non correrla non saresti più stato pazzo, e avresti dovuto correrla. Infatti sei qui.
Accelero guardandolo come un ebete. È quello che si illumina di più tra quelli che ho incontrato finora.
Ormai non ho davanti che l’ultimo concorrente. Sulla schiena ha il numero 120.
Come gli altri, non accelera mentre lo supero; ed è lo sguardo perverso di Blangis che si illumina al mio passaggio, e la sua voce lasciva che mi ghiaccia il sangue.
- Il marchese non avrebbe saputo descrivere un destino peggiore del tuo…
Nessuno più mi separa dal traguardo. Solo lo striscione davanti a me, e quella folla assurda ai lati.
- Garraty! Vai , Gaaaaarraaaaaaty!! – si grida da più parti nella folla.
- Non mi chiamo Ray – trovo non so come la forza di bofonchiare – Ray ha da tempo raggiunto il Maggiore.
Il traguardo è lì, a pochi metri.
All’improvviso, mi sento vacillare. Sento che le grida di quella folla perversa mi stanno penetrando nell’anima. Mi si annebbia la vista, come se l’udito richiedesse per intero il mio campo di consapevolezza.
Non so più chi sono, né dove mi trovo. Tutto è un cupo mare di cecità bianca, come in un qualche libro che ho letto e che si fa strada nella mia confusione…
I libri, la corsa… il sogno… la realtà…. Che piano piano riaffiora… mentre taglio il traguardo.
Finisce la corsa, finisce la mia fuga, una fuga in un mondo fittizio, fatto di corse e di libri.
Finisce il sogno.
Rimane l’unica cosa reale, la folla di creature che aspettano. Che odiano.
Prendo altre pillole.
Il cerchio si chiude di nuovo.
Io sono leggenda.

19 commenti:

  1. Be', atleta, scrittore, bibliofilo... Manca qualcosa? Complimenti!

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  2. Letto tutto d'un fiato e con grande emozione, come fossi lì a correre con te fra libri e sogni. Lieta scoperta, runner!

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  3. Ho letto, involontariamente, tutto di corsa..seguendo il ritmo "allucinato" del protagonista.
    Ora che sono al traguardo non riesco comunqua a placare la mia ansia.
    Mi sembra, scritto in modo molto coivolgente, il racconto di uno di quei sogni-incubo che si fanno durante le notti infinite che precedono il superamento di grandi prove..
    Non sono sportiva quindi mi viene in mente, ad esempio, l'esame di maturità, l'ultimo esame all'università, ma anche, che ne so.. il risultato di una maledetta biopsia..

    Webbolo, ti avevo letto qua là in vari commenti interessanti ed anche molto ben scritti, ma non pensavo scrivessi racconti..
    Concludo come il mio adorato zio:
    lieta scoperta runner !

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  4. Ah..Webboluccio..ti leggo anche nel tuo BLOG,eh! Sopra lo davo per scontato :)

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  5. Quando ti approssimavi al traguardo mi aspettavo un giudice di gara che ti sostenesse; e, dopo la squalifica, la regina che ti porgeva una coppa colma di sterline d'oro.
    Poi mi hai svegliato, e ho visto che quella era un'altra storia.
    Anche questa è bella, nonostante la sparizione dei concorrenti superati lasci l'amaro in bocca.
    Come un incitamento a non farsi mai superare, pena la scomparsa.

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  6. Il cerchio si chiude, tu verrai vaporizzato e non sarai mai esistito perché Winston Smith ti cancellerà dall'elenco dei partecipanti alla corsa. Del resto è questo il suo mestiere, cancellare.

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  7. oh oh oh! ormai 5,30 a km! ho abbandonato le scarpette! bello, scorrevole, da amatrice amatrice fuori allenamento complimenti! :)

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  8. Grazie infinite per i complimenti, Ale, Zio (sommo onore!), Grace, Usagi, Yo', petrolio (anch'io sono fuori allenamento... a tener dietro al ritmo incalzante dei tuoi post, ma mi sto attrezzando!)

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  9. ;) andiamo insieme, parlando ci si allena meglio! :) quando non hai musica! ;)

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  10. @GrEiS: e io non pensavo che avrei reso pubblico un mio racconto, è la prima volta.
    Forse lo rifarò, ma solo per qualcosa di molto sentito, come in questo caso.
    Grazie ancora, è bello leggerti così tanto quanto nell'organizzatissimo delirio del tuo blog. :)

    @gatto: i concorrenti sono lì apposta per farsi superare, per quello s'illuminano.
    Poi scompaiono ma beh, la realtà comincia a farsi strada...

    @alberto: nel sogno Winston non può più cancellarmi, con quel numero sulla schiena può solo coinvolgermi nel suo incubo. Nella realtà Winston è obliato da necessità più immediate. Nella nostra meta-realtà Winston non cancella, simo noi lettori che lo rendiamo incancellabile.

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  11. Fico, Web! Mi ha preso un sacco.. :))
    (bravo bravo complimenti). Ma quanto corri e quanto leggi, soprattutto?

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  12. Bravo webrunner. E grazie a tutti per essere passati di qui :)

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  13. @patè: grazie! corro non abbastanza per stroncarmi la salute ma abbastanza per divertirmi e fare gare in modo soddisfacente...
    quanto ai libri, ho letto solo gli 8 riecheggiati nel racconto.
    Scherzo.
    Non si legge mai quanto si vorrebbe. Ultimamente oltre ai libri leggo molto di più sul web, con lo stesso sommo gusto. :)

    @silas: grazie infinite a te per l'ospitalità.

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  14. Io non ti conoscevo... Ora ti conosco. Wow! :-)

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  15. una volta andai a correre senza essere allenato. dopo un km ero già stanco. iniziai a ripetermi: "non ci pensare, solo un altro po', solo un altro po'...". ne feci undici.
    ciao web runner.

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  16. Piacere di conoscerti, Vaniglia... ;)

    Goosha... e da quella volta, basta? :)

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