Quando Laura Alletti scomparve intuimmo subito che qualcosa di grave stava accadendo, ma non avevamo ancora idea della portata del guaio nel quale c’eravamo cacciati. Laura, per essere chiari, non “scomparve” nel senso che si limitò a morire, né fece come i bambini che un giorno fuggono da casa per allentare le pressioni di una famiglia troppo pedante, ma letteralmente sparì davanti ai nostri occhi: stava raccontando a Federica Pazienza e Germana De Calvo, se non ricordo male, l’ultima avventura amorosa del più bel fedifrago del paese, il nerboruto Egidio Giacomini, quando il suo vestitino carta da zucchero volò a terra, improvvisamente e irrevocabilmente svuotato del contenuto. Su quell’episodio, che come ricorderete attirò in paese le telecamere di mezza Italia, tutta Pieve di Sopra si interrogò a lungo, fino a quando un’ondata di scetticismo capitanata dalle trasmissioni del pomeriggio permise di archiviare la vicenda come ipnosi collettiva conseguente all’allontanamento volontario della ragazza. Che, com’è del tutto evidente, essendo maggiorenne aveva pure il diritto di andarsene dove e quando voleva senza rendere conto a nessuno, men che meno a quelle pettegole delle sue amiche.
Ho detto che tutta Pieve di Sopra si interrogò sul caso, ma in realtà non sono stato esatto: l’interesse collettivo era limitato a tutti i residenti meno uno, l’ultimo arrivato, l’apprendista fabbro Asmodeo Tuttolomondo, che si era trasferito in paese solo da qualche settimana. Lì per lì archiviammo il disinteresse del fabbro come mera casualità: è vero, appena arrivato a Pieve aveva preso come tutti gli altri a frequentare il Bar Golden e come tutti aveva messo gli occhi sulla bella Laura, ma non si poteva dire che la conoscesse a sufficienza per preoccuparsi della sua scomparsa. Ritenemmo normale, dunque, che Asmodeo non seguisse una vicenda che a un occhio esterno poteva sembrare un semplice caso d’isteria, e che insomma pensasse ai fatti suoi: un nuovo lavoro, un nuovo paese, poche amicizie e nessuna donna con cui condividere la vita sono motivo sufficiente per occuparsi d’altro, pensammo tutti in quei giorni.
Per alcuni mesi, così, la vita trascorse in maniera tutto sommato normale, se normale si può considerare l’atmosfera che si respira in un paese di cinquemila abitanti dal quale è misteriosamente scomparsa una ventenne. Comunque nulla da segnalare: da maggio a tutto settembre non si registrarono eventi rilevanti, se si fa eccezione per il 12 al Totocalcio della giornalaia Enrica Lonardo e per il divorzio fra il bell’Egidio e quell’anima pia della moglie, la povera Lorena. Il 13 ottobre, però, ci risvegliammo con una notizia terribile, soprattutto se si considera lo stato d’animo nel quale ci trovavamo dopo la sparizione di Laura: la bella Elena Gurrieri, la figlia del libraio, era scomparsa da casa in circostanze misteriose, o quanto meno così aveva raccontato il padre ai carabinieri. Scomparsa, stavolta, non in senso letterale, ma nessuno poté fare a meno di notare le analogie con l’episodio che aveva calamitato le nostre attenzioni in primavera: a svanire nel nulla, anche questa volta, era stata una delle più belle ragazze del paese, anche in questo caso ventenne e ancora una volta senza nessun tipo di avvisaglia. Stando ai racconti del padre, la ragazza era uscita intorno alle 10 del giorno precedente per andare ad abbronzarsi al lago, ma non era mai tornata a casa e la sua auto era stata trovata sul ciglio della strada, appena fuori dal paese, parcheggiata come se Elena avesse deciso di scattare una fotografia.
L’unico elemento che non coincideva in alcun modo con il caso Alletti era il ruolo di Asmodeo: non solo adesso il ragazzo si era molto ben ambientato in paese, ma addirittura da qualche tempo aveva serrato il corteggiamento nei confronti della figlia del libraio, ottenendo, secondo gli ultimi aggiornamenti di Radio Bar Golden, anche un paio di appuntamenti galanti. Il fabbro fu interrogato quasi subito dai carabinieri, ma, stando al rapporto del maresciallo Di Franco, “si mostrava sorpreso nell’apprendere dal sottoscritto la notizia della scomparsa della Gurrieri Elena, che riferiva di non avere incontrato nell’ultima settimana, e diceva di non avere alcuna dichiarazione da fare in merito riservandosi di fornire a questo ufficio informazioni accurate qualora egli ne fosse venuto in possesso”.
Anche questa vicenda fu archiviata come la precedente: nell’immediato il paese ottenne nuovamente la ribalta dei telegiornali e qualche puntata di “Chi l’ha visto?”, ma in breve la scomparsa di Elena fu dimenticata, e tutti ci abituammo ai manifesti fatti stampare dalla famiglia come ci eravamo abituati alla fontana di via Lombardia o alla chiusura del Cinema Bristol. La seconda ventenne dissolta nel nulla, quindi, diventò un normale elemento di arredo urbano come molti ne avevamo visti accumularsi negli anni.
In primavera, però, il mistero si presentò in tutta la sua enormità: intorno alla metà di marzo, in una sola notte, scomparvero nel nulla Giovanna Tonini, Ambra Delbene e Francesca Bologna, seguite nel corso della settimana successiva da Emiliana Di Marco, Marcella Vaselli e Giovanna Biancone. In pochi giorni, per farla breve, una generazione di Pieve fu sostanzialmente dimezzata, ma con una particolarità: a sparire erano sempre ragazze particolarmente belle, tanto che a un certo punto i carabinieri e le televisioni ipotizzarono persino che dietro i rapimenti vi fosse uno stupratore seriale o qualche cosa del genere.
Le indagini, ancora una volta, si rivelarono sostanzialmente infruttuose, ma in un modo o nell’altro vi era sempre una pista che portava ad Asmodeo: le ragazze sparite, in ogni caso, erano state viste l’ultima volta con lui oppure ci avevano litigato furiosamente appena il giorno prima o ancora l’avevano accompagnato in una gita recente o avevano resistito o ceduto alle sue avance. Nulla che interessasse ai carabinieri, però: i militari giudicarono abbastanza probabili i contatti fra coetanei in un paese così piccolo, e comunque in molti dei rapimenti il fabbro aveva un alibi bell’e pronto.
Fu l’insegnante di Lettere delle scuole medie, il religiosissimo professor Palazzo, a darci la chiave del mistero: in chissà quali volumi che conservava nella sua polverosa biblioteca scoprì che il nome Asmodeo, che in effetti nessuno di noi aveva mai udito prima, è in realtà uno degli appellativi del demonio. Ci mostrò un libro che nessuno di noi, e probabilmente neanche don Serafino, aveva idea fosse presente nella Bibbia, il libro di Tobia: vi si raccontava, in estrema sintesi, la storia di una donna, Sara, posseduta da un demone, appunto Asmodeo, che uccideva tutti i suoi mariti, e che alla fine, se ho ben capito, spingeva questa Sara a suicidarsi. Insomma: era evidente che Asmodeo fosse il diavolo, o meglio un diavolo fissato con le donne, e d’altro canto in quel momento tutti ci rendemmo conto di non sapere nulla su di lui. Nessuno, nemmeno il fabbro Cassetta che pure gli aveva dato un lavoro, sapeva da dove venisse, nessuno sapeva riconoscere quel suo accento strano, nessuno poteva dire di averlo sentito parlare di un solo episodio precedente al suo arrivo in paese.
Per un istante pensammo di rivolgerci ai carabinieri, ma il professor Palazzo ci fece notare che mai ci avrebbero ascoltato. Quindi decidemmo di farci giustizia da soli: stabilimmo di entrare in casa sua di notte grazie alle chiavi dell’appartamento, che Asmodeo aveva preso in affitto dal fabbro Cassetta, e di imbavagliarlo e infilarlo in un sacco prima che potesse strepitare. Poi sarebbe toccato a me, al benzinaio Cottaia e al tabaccaio Palazzolo caricarlo su un’auto, portarlo fuori paese e darlo alle fiamme. Il fuoco, ecco la fine che il diavolo merita.
Non vedo "1 - continua", dovuto con un finale così tronco.
RispondiEliminaDella fine di Asmodeo me ne frego.
Ma le ragazze, quel grappolo di ragazze, che fine hanno fatto?
Un dubbio ce l'ho, ma non è possibile che tutto finisca in politica...
A quando il seguito?
Figo 'sto racconto! mi sono incuriosita un sacco e poi ho anche ragionato su due cose...(pensa, ho ragionato)
RispondiElimina1)le ragazze fighe fanno sempre una brutta fine. Meglio essere brutte.
2)a Pieve di Sopra, non hanno gusto nella scelta dei nomi. :-)
Volevo farti anche una critica sulla scelta del nome Asmodeo. Ma che razza di nome è? ti stavo per chiedere. Hai dato la risposta nel racconto.
Comunque se invece di Asmodeo l'avessi chiamato... uhm non so... Silvio, il racconto avrebbe funzionato ugualmente.
Ecco, un Palazzo religioso: sapevo che la chiesa c'entrava qualcosa. D'altronde alla fine c'è puzza di bruciato.
RispondiEliminaBello, e per me il nome Asmodeo è azzeccatissimo.
applausi!
RispondiEliminaMa è fichissimo 'sto racconto! Allucinogeno a bestia!
RispondiEliminaSpiacente, gattonero, ma qui di rado si fanno sequel. (In effetti condivido la tua critica: il finale è forse un po' troppo tronco, ma è quel che m'è venuto).
RispondiEliminaGrazie a tutti voi. (@Usagi: come puoi intuire la storia di Asmodeo era il punto di partenza; in realtà il protagonista non l'ha raccontata granché bene, ma tant'è).
(Per inciso: non che abbia qualcosa contro i sequel. Ma adoro le storie che iniziano e finiscono così, senza un finale vero e proprio. Nella vita le storie non hanno mai un finale che dà loro una completezza. E poi il bello, ciò che mi diverte, è proprio inventare mondi, situazioni, ambientazioni: in un sequel il lavoro piacevole è già fatto).
RispondiEliminaUau! un mini-romanzo! E alla Andrea Vitali che aToro! E quelle ragazzotte, ha ragione gattonero, dove son finite? Tu e i finali, o me li fai tragici o tronchi, insomma, un continuo dramma per me! :D
RispondiEliminaMa insomma: basta con questa storia che i miei finali sono tragici. Ne avrò fatti almeno un paio, di lieto fine. Insomma, apprezzate lo sforzo ^^
RispondiEliminaMa Pieve di Sopra è molto distante da Rigate sul Membro?
RispondiEliminaComunque secondo me dietro Asmodeo si nasconde IVANO.
Sì sì !
Racconto geniale, finale da urlo!
RispondiEliminadiavolo o angelo caduto ?
RispondiEliminaTardi e col fiatone, ma son riuscita a leggerlo finalmente! Eh... Che dire... L'Asmodeo no, non l'avevo proprio considerato... Ma era proprio il caso di far sparire una Elena?!?
RispondiEliminaComunque, gente, ascoltate tutti! Il finale lieto ve lo dò io che c'ero e ho visto cosa è successo un attimo dopo che il Silas se n'è andato: non appena i tre amici diedero fuoco all'Asmodeo, una nube nera e densa di zolfo li avvolse facendogli lacrimare gli occhi e impedendogli di respirare. Si accasciarono a terra e quando lentamente la nube si diradò, videro che al posto del corpo carbonizzato del fabbro, c'erano le 8 ragazze scomparse, nude, sporche, malconce ma vive! Gavdio et Tripvdio!!!!!!!
@Grace: sono lontane, ma Asmodeo viene da lì.
RispondiElimina@Adriano: troppobbuono.
@Giardigno: direi né l'uno né l'altro, probabilmente un poverocristo.
@Vaniglia: smentisco categoricamente. Il finale vero vede l'apparizione di alieni, seghe elettriche e Keith Jarrett.
Liberatelo subito, mi dicono sia il nipote di Mubarak!
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