Il racconto di oggi nasce da una sfida a duello. Quindi, ecco, non mi assumo responsabilità sulla pubblicazione né sui messaggi in codice che a me al momento sfuggono ma che sicuramente l'autrice avrà voluto mandare a qualcuno nella massoneria del nordovest. Insomma, basta giustificazioni: a voi l'esordio su queste pagine di Grace (ma nana).
La metropolitana era piena di gente e la città deserta.
L’attuale clone del sindaco Rudy Dolly Juliani aveva riunito la giunta comunale per decidere le sorti di Villa Sospiro, antica casa di riposo per anziani, sconsacrata da tempo.
Rigate, comune sul golfo del lago di Membro, era da anni oggetto di un esperimento findussiano portato avanti da tre scienziati pazzerelli: Durante Dolly Ravanelli, Amelio Dolly Orsi ed Ulfo Dolly Arditria, meglio conosciuti come IL TAFANO, GEPPINO e HARDY.
La sperimentazione consisteva nel far raggiungere agli indigeni l’età massima di quarantacinque anni e poi sopprimerli, per debellare, una volta per tutte, il fenomeno dilagante dell’arteriosclerosi.
Ogni rigatese veniva, però, clonato e surgelato da bimbetto per essere sbrinato in seguito, dopo l’abbattimento del suo sé stesso predecessore.
La città disponeva di due linee metropolitane, la “EMME” e la “EVVE”.
La “EMME” conduceva i candidati a morte al sepolcreto.
Al camposanto un computer centrale, il PIERL, era programmato per eliminare simultaneamente tutti gli sventurati attraverso un processo di autocombustione.
La linea “EVVE” trasportava invece i clonini scongelati dall’“Algido Cafè”, obitorio urbano, verso il centro cittadino, all’altezza della Benetton, più o meno.
I rigatesi, stanchi di vedere ciclicamente riproporsi in riva al lago le stesse brutte facce, s’impegnavano da tempo a trovare un sistema per sottrarsi all’orribile destino.
A tal proposito si riunivano segretamente nei sotterranei della metropolitana “EVVE”, in una sorta di loggia chiamata “Hallo Dolly”.
Il capo massonico era il veterinario, calvo, Lello Dolly Lelli, detto VENTO NEI CAPELLI.
Lelli e i suoi proseliti, dopo mesi di incontri clandestini, architettarono, per sconfiggere gli scienziati, un meticolosissimo piano che prevedeva la trasmissione del virus dell’INTELLIGENZA.
Tutto sarebbe dovuto avvenire al cimitero durante la cerimonia di congedo dai morituri.
Liturgia che consisteva in un brindisi eseguito con calici traboccanti di gazzosa mista a vino della “LORETTA TAMARRA”.
Le coppe dei tre luminari sarebbero state a tempo debito iniettate di virus letale.
La metropolitana, gremita di anime in pena votate alla dipartita finale, si muoveva pian piano verso il capolinea estremo, lasciando dietro di sé una città spettrale, disseminata di pedalini neri usati evocanti tanfo di carognette al sole.
L’attuazione del piano, prevista per le 17.13 di un infausto venerdì , purtroppo, però, fallì miseramente.
I sacri graal infetti che avrebbero dovuto essere serviti su di un vassoio di plexiglas da Pidipaki Dolly, braccio destro di Lelli, furono intercettati e tracannati da Polla Dolly Palla, compagna alcolizzata di VENTO NEI CAPELLI e detta la BORIA DI TRIESTE.
In seguito al rapporto orale con i calici, Polla, divenuta intelligente, cominciò a disprezzare il proprio uomo che, disperato per l’insuccesso del progetto,strappandosi gli ultimi capelli rimasti, urlava come un ossesso: “Nooo, bastarda... cazzo, hai rovinato tutto!”
Polla, resa perspicace dal contagio ed indignata per gli insulti da parte del suo veterinario, corse, perdifiato, a svelare la congiura agli scienziati matti.
Il TAFANO, GEPPINO e HARDY sconvolti per l’agghiacciante scoperta, dopo aver sterminato i quarantacinquenni di turno, catturarono VENTO e Pidipaki e, insieme a Polla, ne decretarono le sorti.
Gli studiosi proposero di condannarli a bere Coca-Cola a vita senza mai ruttare, pena evirazione tramite ceretta a caldo.
La più spietata dei quattro fu Polla che, senza sentir ragioni, impose la crocifissione.
Luogo preposto per l’esecuzione, data l’alopecia di VENTO, fu il monte CALVARIO!
Le due croci di liquerizia, piantate sull’altura, attendevano i due condannati, obbligati a salire sulla vetta in mountain- bike.
I prigionieri furono issati sulle rispettive croci da Rudy Dolly Juliani, espressamente giunto in loco, dopo aver stabilito che Villa Sospiro fosse trasformata in una tristissima bocciofila.
Per rendere più spietata l’agonia e rapido il trapasso, si optò per una tortura da solletico.
Mentre la popolazione attonita piangeva i suoi martiri, Narsete Pomponio, detto AILANDER, giunto in città col ferryboat, direttamente dal pianeta Acarus, sguainò la sua ventosa ostetrica e in essa risucchiò le teste marce dei tre malvagi luminari.
Finalmente affrancati dall’incubo che li opprimeva da anni, i nativi del Membro, esultanti, portarono in trionfo il loro paladino.
Narsete, intenerito alla vista della sventurata Polla, curva in un angolo della strada a sgranocchiarsi le unghie dei piedi, si accostò alla giovinetta e la strinse tra le braccia con tutte le sue forze.
Dopo un acutissimo grido di dolore, che l’eroe interpretò essere di gioia, la disgraziata, cianotica, spirò.
Pomponio, irrimediabile burlone, non si lasciò prendere dallo sconforto e, dopo un istante di sincero cordoglio, urlò coi rutti alla folla divertita:
- Stasera POLLA ALLO SPIEDO, chi porta le patate?!
L’attuale clone del sindaco Rudy Dolly Juliani aveva riunito la giunta comunale per decidere le sorti di Villa Sospiro, antica casa di riposo per anziani, sconsacrata da tempo.
Rigate, comune sul golfo del lago di Membro, era da anni oggetto di un esperimento findussiano portato avanti da tre scienziati pazzerelli: Durante Dolly Ravanelli, Amelio Dolly Orsi ed Ulfo Dolly Arditria, meglio conosciuti come IL TAFANO, GEPPINO e HARDY.
La sperimentazione consisteva nel far raggiungere agli indigeni l’età massima di quarantacinque anni e poi sopprimerli, per debellare, una volta per tutte, il fenomeno dilagante dell’arteriosclerosi.
Ogni rigatese veniva, però, clonato e surgelato da bimbetto per essere sbrinato in seguito, dopo l’abbattimento del suo sé stesso predecessore.
La città disponeva di due linee metropolitane, la “EMME” e la “EVVE”.
La “EMME” conduceva i candidati a morte al sepolcreto.
Al camposanto un computer centrale, il PIERL, era programmato per eliminare simultaneamente tutti gli sventurati attraverso un processo di autocombustione.
La linea “EVVE” trasportava invece i clonini scongelati dall’“Algido Cafè”, obitorio urbano, verso il centro cittadino, all’altezza della Benetton, più o meno.
I rigatesi, stanchi di vedere ciclicamente riproporsi in riva al lago le stesse brutte facce, s’impegnavano da tempo a trovare un sistema per sottrarsi all’orribile destino.
A tal proposito si riunivano segretamente nei sotterranei della metropolitana “EVVE”, in una sorta di loggia chiamata “Hallo Dolly”.
Il capo massonico era il veterinario, calvo, Lello Dolly Lelli, detto VENTO NEI CAPELLI.
Lelli e i suoi proseliti, dopo mesi di incontri clandestini, architettarono, per sconfiggere gli scienziati, un meticolosissimo piano che prevedeva la trasmissione del virus dell’INTELLIGENZA.
Tutto sarebbe dovuto avvenire al cimitero durante la cerimonia di congedo dai morituri.
Liturgia che consisteva in un brindisi eseguito con calici traboccanti di gazzosa mista a vino della “LORETTA TAMARRA”.
Le coppe dei tre luminari sarebbero state a tempo debito iniettate di virus letale.
La metropolitana, gremita di anime in pena votate alla dipartita finale, si muoveva pian piano verso il capolinea estremo, lasciando dietro di sé una città spettrale, disseminata di pedalini neri usati evocanti tanfo di carognette al sole.
L’attuazione del piano, prevista per le 17.13 di un infausto venerdì , purtroppo, però, fallì miseramente.
I sacri graal infetti che avrebbero dovuto essere serviti su di un vassoio di plexiglas da Pidipaki Dolly, braccio destro di Lelli, furono intercettati e tracannati da Polla Dolly Palla, compagna alcolizzata di VENTO NEI CAPELLI e detta la BORIA DI TRIESTE.
In seguito al rapporto orale con i calici, Polla, divenuta intelligente, cominciò a disprezzare il proprio uomo che, disperato per l’insuccesso del progetto,strappandosi gli ultimi capelli rimasti, urlava come un ossesso: “Nooo, bastarda... cazzo, hai rovinato tutto!”
Polla, resa perspicace dal contagio ed indignata per gli insulti da parte del suo veterinario, corse, perdifiato, a svelare la congiura agli scienziati matti.
Il TAFANO, GEPPINO e HARDY sconvolti per l’agghiacciante scoperta, dopo aver sterminato i quarantacinquenni di turno, catturarono VENTO e Pidipaki e, insieme a Polla, ne decretarono le sorti.
Gli studiosi proposero di condannarli a bere Coca-Cola a vita senza mai ruttare, pena evirazione tramite ceretta a caldo.
La più spietata dei quattro fu Polla che, senza sentir ragioni, impose la crocifissione.
Luogo preposto per l’esecuzione, data l’alopecia di VENTO, fu il monte CALVARIO!
Le due croci di liquerizia, piantate sull’altura, attendevano i due condannati, obbligati a salire sulla vetta in mountain- bike.
I prigionieri furono issati sulle rispettive croci da Rudy Dolly Juliani, espressamente giunto in loco, dopo aver stabilito che Villa Sospiro fosse trasformata in una tristissima bocciofila.
Per rendere più spietata l’agonia e rapido il trapasso, si optò per una tortura da solletico.
Mentre la popolazione attonita piangeva i suoi martiri, Narsete Pomponio, detto AILANDER, giunto in città col ferryboat, direttamente dal pianeta Acarus, sguainò la sua ventosa ostetrica e in essa risucchiò le teste marce dei tre malvagi luminari.
Finalmente affrancati dall’incubo che li opprimeva da anni, i nativi del Membro, esultanti, portarono in trionfo il loro paladino.
Narsete, intenerito alla vista della sventurata Polla, curva in un angolo della strada a sgranocchiarsi le unghie dei piedi, si accostò alla giovinetta e la strinse tra le braccia con tutte le sue forze.
Dopo un acutissimo grido di dolore, che l’eroe interpretò essere di gioia, la disgraziata, cianotica, spirò.
Pomponio, irrimediabile burlone, non si lasciò prendere dallo sconforto e, dopo un istante di sincero cordoglio, urlò coi rutti alla folla divertita:
- Stasera POLLA ALLO SPIEDO, chi porta le patate?!
Splendidamente surreale. Come ci si aspetta. Con la sensazione che qualcosa ti penetri nel cervello e ne prenda possesso.
RispondiEliminaOra però... uhm. Rigate sul Membro... sento come il bisogno di un... bidé, ecco. Ci vuole un bidé.
"Dolly allo spiedo" è splendido come tutti i racconti di Grace. Sicuramente da leggere più di una volta
RispondiEliminaSensibile ma sarcastica, romantica ma disillusa la NANA riesce a coinvolgere, con le sue trame intriganti, anche i lettori più ostici.
RispondiEliminaNessuno come la CAZZARA SANTA riesce a far ridere prendendo in giro i nostri costumi.
RispondiElimina...Spocchio...t'avverto...se provi a cassare i miei spontanei commenti , torno e ti scasso tutto il blog..:-P
RispondiEliminaBasta Chica, grazie..lascia qualcosa agli altri hahahah!
RispondiEliminaRacconto semplicemente meraviglioso.
RispondiEliminaE dire che io ne ho scritti parecchi, ma nessuno bello come questo.
Vagando e divagando, Grace ha elaborato la sua piccola commedia umana. Eccezionale, chapeau!
Vieni, vieni, Chica. Ti faccio vedere io :p
RispondiElimina(Comunque, Grace, Stefano Benni è proprio un tocco di classe, eh?).
(Uh, dimenticavo di rispondere all'unico commento vero: sì, sono d'accordo, webrunner, "splendidamente surreale" è la sintesi perfetta).
RispondiEliminaIl racconto è divertente.
RispondiEliminaMi è piaciuto.
Punto.
Ah ah ah! Fantastico! Tutto fantastico: il racconto, i messaggi subliminali, Stefano Benni! Che forza della natura che sei Grace!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaEsilarante e commovente al tempo stesso, una storia irreale eppure tanto vicina ad ognuno di noi.
RispondiEliminaGrace, vorrai mica rubarmi il mestiere?
Da farci un film!
RispondiEliminaGrace è tutto scervello!
"all'altezza della benetton" uuhaahahahhahahaha
Questo è un vero racconto-mondo, opera trascinante e di forte impegno etico, spiazzante come un thriller, emblematica come una parabola.
RispondiElimina;-)
Greis... sofìchinsella no... tutto maqquellanò...
RispondiEliminaEh...Webbolo...se commenta che ci posso fare?
RispondiEliminaAh..grassie per i complimenti scritti sopra, AMICO CARO...fatto il bidet? ;)
Faccina per Flannery: ^__________^
RispondiEliminaecco, condivido quel che scrive webrunner :)
RispondiElimina@Vaniglia: sì, proprio una forza della natura. Basta stuzzicare gente in giro che quella ti regala tutto il pubblico del proprio blog ^^
(a volo d'uccello: condivido, pagnottella, il passaggio sulla benetton è notevole ^^; prof: ecco, bravo, commenti autonomi, non farti sviare dall'autrice; @e-e: tu appartieni alla massoneria del nordovest, è vero?).
@pagnottella (commento contemporaneo): :)
RispondiEliminaQuella di "Dolly allo spiedo" è una favola dura, ma luminosa come un miracolo.
RispondiEliminaFinale spettacoloso...
Storia che si sviluppa, esonda, lievita.
RispondiEliminaCome sempre accade nei racconti della NANA GLAMOUR, dietro la banalità si nasconde ben altro. Ed è la vita. Guardando dentro le esistenze più piatte e comuni c'è sempre qualcosa di eccezionale da trovare. E ogni esistenza è fatta di situazioni speciali, di combinazioni, di incontri, di fatalità che la indirizzano in una direzione piuttosto che in un'altra.
Brava, Grace..questo stralcio di letteratura vorrei tanto averlo scritto io..
Sensibile ma sarcastica, romantica ma disillusa la NANA riesce a coinvolgere, con le sue trame intriganti, anche i lettori più ostici.
RispondiEliminaQuesto racconto è un'inutile accozzaglia di immagini scontate, con un finale prevedibile e numerosi errori logico-concettuali. L'uso di un universo parallelo popolato da cloni denota una personalità sciatta, incline a considerare l'intelligenza come un virus.
RispondiEliminaE poi, questa storia della Benetton: non c'è mica la Benetton a Rigate sul Membro.
è brava la nana, MERAVIGLIOSO, ti incolla alla sedia e ti incolla anche un pò il cervello, scritto tutto d'un fiato? mi piacerebbe saperlo perchè io l'ho letto in apnea. Brava Geris
RispondiEliminaNo, Dario, guarda: io apprezzo tantissimo quel che scrivi, ma - ecco - il tuo commento è assolutamente non condivisibile. Prendi lezioni da Coe.
RispondiEliminaDarie'..mi stai un po' sul culo,eh! ;)
RispondiEliminaAdy, graziassai :D
"Dolly allo spiedo" è splendido come tutti i racconti di Grace. Sicuramente da leggere più di una volta.
RispondiEliminaUn ordinato disordine in questo racconto. In esso nasce il piacere come la sofferenza. Qui hanno origine la libertà e la saggezza.
RispondiEliminaGrace è tenera e ironica, sensuale e pragmatica, è capace di coniugare piacere ed etica, di amare la vita con profonda intensità ma anche con il giusto distacco.
Ma nessuno porta le patate?? va beh, ho capito, faccio una telefonata in questura e arrivo.
RispondiEliminaFANTASTICA GRACE!!!!!!!!!!!!!!!!
Nun so' stato bbono a fa' er copia-incolla è allora sapete che ve dico? Che Greis è 'na santa, magara puro cazzara, però quanno ce se mette scrive come pochi ar monno. L'importante pe' mme è capilla datosi che li quarantacinque anni l'ho superati da 'n pezzo.
RispondiEliminaM'è dispiaciuto assai pe' Polla.
Copiare e incollare è troppo banale.
RispondiEliminaIo dico che la scrittura di Grace è sicuramente impetuosa ed amabile, prosa semplice ed elegante, condita qua e la con qualche situazione discontinua ma nel complesso rappresentativo del fatto che questo racconto è una meraviglia aldilà del fatto che se scrivi cose del genere, quel viaggio l’hai saputo fare davvero!
(miscellanea tratta da google) ahahhahhaha
Mi permetto: Grace sei fantastica! ( e ti voglio un sacco di bene).
:D
ma sai che quando ho visto il commento di stefano benni pensavo fosse vero? e se non è una lode questa... :)
RispondiEliminaQuesto racconto è così così. Ma, sapete com'è, qui nell'Oltretomba ci passano poca roba da leggere, quindi mi accontento.
RispondiElimina(Io, io! Le patate le porto io!).
RispondiEliminaQuanta gente! Mi sa che implorerò Grace di scrivermi un altro racconto.
Anche dal'oltretomba!
RispondiEliminaFigo.
Richiedesi commento Saramago e D.F. Uolleis, plìs.
Vero e proprio capolavoro di satira che sa cogliere come nessun altro gli aspetti privati delle faccende pubbliche e quelli comuni delle nostre vite private.
RispondiEliminaGrace, una domanda: - Siamo andati sulla luna, stiamo studiando le cellule staminali... Possibile che non riusciamo a brevettare un calzino che non si buchi sulla punta?
;)
certo è che, ai miei tempi , le donzelle non s'infilavan allo spiedo,ma...così è (se vi pare)
RispondiEliminamanca quella soave velatura di malinconia che renderebbe..ecco...gioiosi....scusate..ciò la gobba storta oggi...
RispondiEliminaBella ciaciona mia..Greissssssssssssss...t'infilzerei come Dolly!
RispondiEliminaal rogo questa oscenità, insieme a Polly...Dolly...come cazzo si chiama la scrittrice?????????????????
RispondiEliminaNcè sto a capì più nulla!
RispondiEliminaDylan Dog, Leopardi, Luigi Pirandello, la Littizzetto, Calvino e gli altri...ma che, d'avero?
No, dai...lasciamo che i morti riposino in pace :(
RispondiElimina(io SERIA io, per UNA volta)
Giuro che l'anonimo non sono io.
RispondiEliminagrace, mi hai fatto morire dal ridere. torture di solletico e croci di liquirizia non hanno eguali!
RispondiEliminaMi consenta: le patate le porto io. E dopo cena bungabunga per tutti.
RispondiEliminaNessuno come la CAZZARA SANTA riesce a far ridere prendendo in giro i nostri costumi.
RispondiEliminaLo sbrinaggio e la sostituzione dei soggetti mi ha fatto venire in mente Moon... devo ammettere, tristemente, che qualche maestra (ho detto qualche) sa anche scrivere. Come sono triste!
RispondiEliminaSpè, com'era....
"Un racconto scuro, arcaico, dal tono lirico e lamentoso di un canto antico"
Ok?! ;)
p.s. Silas... potresti finanziare Grace per una pubblicazione, che ne dici? :-P
Finalmente un racconto con i controfiocchi, che ti lega alla sedia, ti frusta, ti provoca orgasmi celebrali, ti trascina fuori rimandendo dentro. J.D.Salinger non è morto invano, e io potrei anche morire dopo aver letto Dolly allo spiedo.
RispondiEliminaChiapperi, pure la Littizzetto...
Con riferimento all'esistenza di una metodologia della critica letteraria e all'impegno specifico di autori e studiosi della letteratura dal punto di vista della critica, si può dire il saggio letterario di Grace, rappresenta "lato sensu" uno dei generi di letteratura esistenti. Di fronte alla forza del raccontom di Grace, il pubblico rimane colpito, affascinato, ma non è un fatto di divismo, come spesso accade, gli spettatori non riconoscono in lei solo la grande artista che con disinvoltura passa dalle risate al pianto, ma ne apprezzano le cristalline qualità artistiche rimanendo ammaliati dal suo talento di scrittrice come dalle sue scelte drammaturgiche.
RispondiEliminaUn racconto che contemporaneamente stupisce, affascina, spaventa, illumina… Una lettura intrigante che continua a farci pensare alla Polla anche dopo aver finito il la lettura.
10+
bah io mi sono persa all'angolo con la benetton...
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaGrazie e tutti per i commenti..anche al GATTONERO che provvederò a scannare personalmente per non averlo fatto! Amico di sta cippa!
RispondiEliminaAd Usagi "bah" non la ringrazio e neanche a Dario Fo, ecco :D
Splendido delirio greissiano, davvero very good, anche se tutte queste frasi tutte lunghe uguali provocano appena un po' di sonnolenza (ma pochissima) pur essendo nel contenuto pirotecniche...
RispondiEliminaPerò Vento nei capelli no, il mio personaggio preferito di Balla coi lupi non me lo dovevi ingreissare accussìì!! :-))))
La NANA GLAMOUR del WEB narra una storia che colpisce al cuore con una scrittura che penetra nel dolore, denuncia l'ingiustizia e nello stesso tempo celebra la struggente bellezza di una vita difficile..............AIUtO! _maRy presente
RispondiEliminaIl gatto, come sai, è lentissimo nel procedere: prima ha dovuto capirci qualcosa, poi ha tentato invano di prendere e incollare, poi si è iscritto al blog che ti ospita, poi è andato a pranzo, pisolino, lettura...
RispondiEliminaAdesso, prima che abbini un gatto alla Polla, scrivo la frase più corta che ho trovato, che dice tutto senza dire niente:
"Una storia struggente e appassionante!".
Vedi che l'esclamativo l'ho aggiunto io per farmi perdonare il ritardo e per dare maggior peso all'espressione.
Un umile bacio al tuo alluce, quello che spunta dal calzino.
P.S.: volevo fare la frase in grassetto e st'accidente me l'ha respinta. Considerala in grassetto!
Wow, vedo che le truppe cammellate di Grace continuano ad arrivare. Bene, bene :)
RispondiElimina(@maraptica: finanziare? Ehm, non credo di potere tanto... in compenso, ecco, posso mettere una buona parola per una pubblicazione, questo magari sì)
Questo è un vero racconto-mondo, opera trascinante e di forte impegno etico, spiazzante come un thriller, emblematica come una parabola che ormai ci hanno tutti che il satellitare va via come il pane!
RispondiEliminaCi ho infiuorettato un po'!
Ora vado a gettarmi sotto la EVVE!
Ok Silas... ma non dirlo in giro. Potresti ritrovarti circondato da troppi "amici" ;)
RispondiElimina@Maraptica: è un rischio che si deve correre ;)
RispondiElimina