Un altro ospite, un altro racconto. Ecco a voi l'incubo processuale di Br1.
"Tutti in piedi, inizia il processo".
Toga rossa, naso decisamente troppo grande, sguardo poco attento: mi ricorda parecchio uno dei due preti del "Funerale a Ornans", con l'unica differenza che non vi è nessuna messa da celebrare, ma semplicemente la mia condanna.
Poca luce nella sala, proveniente da un'unica finestra situata alle mie spalle: non ne sono illuminato, fa però risaltare i volti dei curiosi che numerosi erano accorsi ad assistere all'atto finale di questo mio martirio. Quasi tutti, proprio come nel quadro di Courbet, sono più seccati che altro, presenti unicamente per poter dire di aver partecipato a quello che ormai è diventato un evento mondano: sì, il mio processo pare sia di interesse pubblico. Li fisso. Uno a uno. Tutti uguali! Tutti schifosamente uguali! Donne, uomini, ricchi e poveri, tutti con quel medesimo sguardo assente che avevo già notato nel giudice.
"La parola all'accusa".
Accusa? Chi mi aveva accusato? Da dove era iniziato il processo? Lo ignoro. I suoi familiari... No, impossibile, la amavano quanto me, hanno capito. I suoi amici? Stesso discorso. Pare che tutto sia nato da sé. Da dove è spuntato quel maledetto avvocato? Non l'ho mai visto prima, in ogni fase del processo è cambiato il volto di colui che di volta in volta mi ha attaccato, ma non l'abito, non il tono della voce, non il cuore.
"Alla luce di quanto emerso dalle indagini e dalla perizia effettuata dal medico legale si evince chiaramente che la signora C. è morta di arresto cardiaco, la cui causa va ricercata nella persona del signor Edoardo. Esaminando il referto medico si evince che, cito testualmente: 'Il cuore pare come esploso, per una causa esterna all'organismo; si tratta di tutto fuorchè di una morte naturale', e questa causa va individuata per l'appunto nel qui presente Edoardo. Chiedo quindi, come ho d'altronde espresso in ciascuna tappa di questo processo, il massimo della pena per l'omicidio della signorina C.".
Cenni di approvazione da parte del pubblico. Non li ho visti, ma li ho percepiti, come avessi avvertito lo spostamento d'aria provocato da migliaia, milioni, di teste mosse all'unisono.
Un'ennesima occhiata per il tribunale: ricordo i racconti di mio padre, magistrato, che soleva ripetermi come ovunque in questi luoghi apparisse trionfante la scritta "la legge è uguale per tutti". Ho dovuto aguzzare la vista per trovarla, così piccola e insignificante, messa in ombra da un'altra incisione, su una lastra di travertino, che recita "Non c'è civiltà senza stabilità sociale. Non c'è stabilità sociale senza stabilità individuale". Di fronte alla lastra, non meno imponente, non meno granitico, l'avvocato.
Vai all'inferno, tu, tutti quelli prima di te, tutti quelli come te e tutti quelli che verranno dopo di te. Io, che null'altro ho amato nella mia vita all'infuori di C., accusato di averla addirittura uccisa! Se solo riuscissero a capire, se solo potessero anche solo lontanamente immaginare... Ma eccolo, non mi lascia nemmeno il tempo di rispondere, e d'altronde il giudice (di cui riesco a vedere solo l'immenso naso: chissà che faccia farebbe nello svegliarsi una mattina e non trovarlo più al suo posto! Penso riuscirebbe a stento a riconoscersi allo specchio) non mi avrebbe lasciato la parola; come rincuorato dal consenso del pubblico vuole già ripartire per continuare l'attacco.
"Il signor Edoardo, nonostante lo Stato nell'istituzione del ministero ai matrimoni avesse espresso la sua perplessità circa la sua relazione con la signorina C, e gli avesse consigliato una compagna più adatta in funzione dell'assicurare una prole migliore ed un matrimonio più stabile, ha scelto deliberatamente di non ascoltare la voce della nazione, di non seguire il consiglio di quello stesso Stato che l'ha fatto crescere, l'ha istruito, l'ha sostenuto nelle difficoltà (mormorii di disapprovazione a me rivolti, e anche qualche fischio da parte di coloro che erano rispetto all'avvocato più lontani), per imbarcarsi in questa folle storia affinchè potesse uccidere la signora C. per motivi a noi ignoti e che pretendiamo Edoardo esplichi."
Nel suo lungo periodo non aveva mai ripreso il respiro ed era diventato rosso in volto come la toga del giudice: ciò non è comunque bastato a cancellare dal suo volto quel perenne sorriso, ormai diventato un ghigno.
"La parola al signor Edoardo".
Tutti gli sguardi su di me, persino il naso del giudice mi guarda interessato.
"Amore".
Un lungo, interminabile respiro prima di continuare (o per meglio dire iniziare) a parlare, eppure già dall'accentuarsi del ghigno dell'accusa capisco quanto poco senso abbia dilungarmi nell'esposizione.
"Amore, null'altro. C. è morta, sì, ma di troppo amore (risa dal pubblico). Il suo cuore non è riuscito a contenerlo entro sé, non è stato capace di reggere gli stessi sguardi che voi ora state puntando su di me; è stato vinto da un sentimento più forte da qualsiasi cosa avesse mai provato, qualcosa oltre la comprensione umana e il vostro tanto decantato matrimonio civile (risa e mormorii più accentuati), ed è morta unicamente di ciò: la pressione che agiva su di esso causata dal cattivo giudizio della gente attorno a lei era eccessiva a sopportarsi. Forse si tratta della morte più bella, forse della più brutta, ma io stesso continuo a non capacitarmene. Per quanto bello, il suo cuore era anche troppo, troppo fragile: è collassato".
"E seguendo il vostro ragionamento, per quale motivo non siete morti anche voi di questo irrefrenabile amore?". Risate leggermente più consistenti da parte del pubblico. Non so come abbia fatto a non ridere egli stesso nel porre questa sua domanda, lo sforzo che ha fatto per contenersi è evidente.
"Non saprei (di nuovo risate), forse il mio cuore è più grande, forse perché avvertiva in misura minore o del tutto assente il disappunto dello Stato e della società, forse è stato lo stesso amore ad impedirmi di morire, e che mi impedisce di morire tuttora. Oppure il mio cuore non è più grande, è semplicemente più duro".
La sedia... devo mettermi assolutamente a sedere. Ora che ci penso, non capisco in quale punto della mia difesa mi sia alzato: forse incalzato dall'accusa... O forse non mi sono mai seduto da quando è iniziato il processo, non saprei dirlo con esattezza.
"Ma certo, come abbiamo fatto a non pensarci... Amore, amore! In fondo dovremmo esserci abituati, è ben noto come esso sia la principale causa di morte al mondo, seguito da quella naturale, dagli incidenti stradali e da quelli sul lavoro. Omnia vincit amor, no?". Le risate avevano raggiunto un livello talmente alto che il giudice si era sentito costretto a richiamare il silenzio per un minuto buono prima che l'avvocato potesse continuare la sua sceneggiata. Si muove come su di un palco, sicuro, scandisce ogni parola con calma e si è permesso persino di imitare la mia voce con questa sua ultima frase: comportamento esecrabile, ma il giudice ha riso anche lui, l'ho visto.
"Non si addentri in una difesa senza alcun senso logico, signor Edoardo, se lo lasci dire da uno che fa questo mestiere da prima che lei nascesse: cerca di patteggiare la pena, le prove contro di lei sono evidenti".
"Prove? Che prove? Un ridicolo referto medico?". Stavolta sono io quello rosso in viso, furioso... possibile che un processo si basi su un simile pezzo di carta?
"Non faccia finta di non sapere, abbiamo una sua lettera scritta ad un amico, rinvenuta nella sua abitazione, in cui ammette il suo omicidio: se il giudice me lo consente la leggerò di fronte a tutti". Cenno favorevole del capo. Di che diamine sta parlando?
"'Mio, solo mio, unicamente e meravigliosamente mio: il cuore di C. mi appartiene. Posso giocarci, distruggerlo, farne ciò che voglio: eccolo tra le mie mani...Com'è bello, oh, com'è bello! Così fragile, così tenero, eppure così vivo... ed è mio, solo mio. Dovresti vederlo, dovresti averne anche tu uno simile, mio buon amico... Non sarà mai di nessun altro all'infuori di me. Mio, solo ed unicamente mio. Obbedisce solo al mio volere'. Capisce la mente criminale del signor Edoardo? Ha abbindolato la signora C, l'ha sedotta, lei che anch'essa aveva un compagno consigliato dal ministero dei matrimoni che ha puntualmente rifiutato in quanto raggirata, e lui le ha distrutto il cuore, l'ha brutalmente uccisa. Riconosce la sua calligrafia, signor Edoardo?".
Sconcerto, nient'altro che sconcerto.
"Sì, ma...".
"Nessun ma! Si limiti a rispondere alle domande che le rivolge l'accusa!". Stavolta era il giudice ad essere diventato paonazzo.
"Lei conferma quindi che questa lettera l'ha scritta di suo pugno?", continuò l'avvocato.
"Sì, ma come le dicevo...".
"Lei non mi stava dicendo nulla, le ho detto di limitarsi a rispondere alle domande dell'accusa, parli solo se interpellato!".
La mia lettera è stata tagliata. Manca tutta la seconda parte; la ricordo a memoria:
“E il mio cuore è parimenti suo, la mia volontà annullata nella sua, i miei desideri mutati nei suoi desideri, e i suoi nei miei: non esiste più alcuna distinzione tra i nostri cuori, vi è un unico centro nevralgico cui le nostre emozioni ruotano attorno incessantemente. E sarà così per sempre, per sempre... Esistiamo in funzione l'uno dell'altro, ed è quanto di più bello abbia mai provato, mio caro amico. Io le appartengo, vi è un cartello sul mio cuore su cui è scritto 'proprietà privata di C.'. Non ho bisogno di null'altro all'infuori del suo cuore, lei non ha bisogno di null'altro all'infuori del mio. Amore, amore! Cos'altro devo chiedere? Cosa deve volere un uomo che non sia l'affidare la propria vita ad un altra persona, che non sia il poter dire: 'Ecco, ti dono spontaneamente quanto ho di più prezioso, e ricevo da te quanto di più prezioso tu abbia?', in una comunione più sacra di qualsiasi altro ordinamento, più forte di qualsiasi altra legge, più duratura della vita?”.
Bastardi... Tutti quelli come l'avvocato, tutti quelli che dietro di me non hanno trovato di meglio che vedere un uomo che forse morirà per la seconda volta. A che pro insistere, a che pro dialogare contro un giudice e una società di riflesso che hanno già sentenziato la mia condanna? A che pro vivere ancora se il mio cuore C. l'ha portato via con sé con la sua terribile morte? Scrivere, disperatamente scrivere... se sopravvivrò a tutto questo racconterò della mia vita con C., affinchè più gente possibile capisca che esiste ancora un amore come quello di cui hanno parlato due millenni e mezzo di letteratura.
“Qualcosa da obiettare da parte dell'avvocato d'ufficio?”.
Ah, adesso ho anche un azzeccagarbugli che curi la mia parte? Certo, il fatto che sia sbucato dalla massa informe alle mie spalle non è che mi faccia ben sperare... Identico a ciascuna persona della medesima calca da cui è uscito, perfettamente identico.
“Richiedo che venga effettuata la perizia psichiatrica in quanto ritengo che il mio assistito non sia capace di intendere e volere”: voce acida, capo chino e tono da cane bastonato, e come se non bastasse quest'assurda linea di difesa! Così stando alle sue parole dovrei salvarmi dicendo d'esser matto? Dal suo punto di vista il ragionamento è ineccepibile, davanti alla società devo apparire assolutamente fuori di senno: ho rifiutato il matrimonio, mancando di rispetto al più sacro dei ministeri, ho ucciso una persona... come potrei sembrare completamente sano di mente? No... no, non voglio salvarmi così.
“Non ho chiesto alcun avvocato, rifiuto che quest'uomo sia la voce della mia difesa e non ho la minima intenzione di sottopormi alla perizia”. Di nuovo il giudice costretto a richiamare il silenzio tante sono le risate... Sì, devo essere necessariamente diventato matto.
"Nient'altro da aggiungere?".
"Nulla".
"Benissimo: procediamo quindi con la sentenza. In quanto nemico dello stato, adultero, omicida, oltre che per essere mosso da uno spiccato senso di anticonformismo e da una non trascurabile componente di follia la pena stabilità, come richiesto dall'accusa, è l'ergastolo". In fondo me lo aspettavo.
"A morte! A morte!". Urla alle mie spalle
"A morte! A morte!". Crescono, aumentano, si diffondono...
"A morte! A morte!". I volti che prima mi parevano così estranei alla vita sono diventati di colpo attivi, infervorati... Chi se lo sarebbe mai aspettato. A che pro se il giudice ha appena letto la sentenza? Perché tanto odio nei miei confronti?
"A morte! A morte!". Continuano... Perché il giudice non richiama il silenzio un'altra volta?
"Che si permuti la pena! Così ha stabilito il popolo".
Confusione, urla, risse, sono circondato. E ancora urla, gente attorno a me, guardie che mi trascinano, spintoni. Dove sono? Dove mi stanno portando? Deve finire tutto così?
Prodigio della democrazia... potere al popolo!
Contro un muro, gente che si accalca per non perdersi la scena. Legato. Imbavagliato. Una benda sugli occhi non me l'hanno messa, vogliono che veda la mia esecuzione. Madri che coprono gli occhi ai bambini con le mani e i pargoli che puntualmente le tolgono. Di nuovo, dove sono?
Cinque gendarmi di fronte a me, tutti uguali, tutti col fucile puntato. C'è troppa luce, mi fanno male gli occhi. Dove mi seppelliranno? Almeno l'Edoardo di Goethe nella morte potè essere vicino la sua amata, non sarò altrettanto fortunato.
Fuoco tutti e cinque simultaneamente, mirano al mio già morto cuore.
Che mazzata... Tosto, tostissimo, e tristemente verosimile. Complimenti.
RispondiEliminabellissimo! mi è piaciuto tantissimo... (io avevo avuto l'anteprima hahaha)
RispondiEliminaUn grande innovativo noir che talora richiama la maniera classica francese!
RispondiEliminagrazie mille a tutti e tre sono contento vi sia piaciuto:)
RispondiEliminaNon mi dilungo in complimenti a Br1, perché glieli ho già fatti in privato e perché vale il solito principio che se un racconto non mi piace non lo pubblico.
RispondiEliminaBr1 mi perdonerà, piuttosto, se approfitto dei commenti al suo racconto per scusarmi ancora una volta con voi per la mia prolungata assenza dai commenti di questo blog. Ma vedo che vi autogestite bene ^^
Silas noi siamo persi senza di te! tu sei il direttore d'orchestra (o se preferisci il primo violino;)) devi dirigerci tu:) sennò paghi pegno eh!
RispondiEliminaUno schiaffo al popolo bove. Un dito puntato contro la stupidità del branco. Uno sguardo vivo all'intelligenza dell'anima. Mi è piaciuto assai.
RispondiElimina(@Calliope: eh-em... faremo il possibile ^^)
RispondiEliminagrazie del commentocharlieb. :)
RispondiEliminasilas sei perdonato però cerca di tornare alla piena attività il prima possibile:)
Portate pazienza. Domattina sarete accontentati.
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