martedì 19 ottobre 2010

Stendhal

Un nuovo ospite per noi. Indossate le cinture di sicurezza e lanciatevi a capofitto nella prosa de il_cesco.

Quella mattina Carlo non si trovò in casa. Mi spiego meglio, si svegliò, ma la casa in cui aveva trascorso la notte non era la stessa in cui si era effettivamente addormentato. Tuttavia il letto era lì, il suo letto, quello che lo aveva accompagnato dai dodici in su per altrettanti anni ma, proprio no, non era casa sua quella. Aveva bevuto? No, non aveva bevuto, ma c'era un laccio invisibile attorno alle tempie che le faceva pulsare. E allora? Come c'era finito lì? "Forse" pensò "lo scoprirò. Ora però voglio capire solo dove mi trovo". I mobili sembravano degli anni '40 dell'800 e il tiepido sole che c'era fuori, vista prateria, denunciava che, o era in un set cinematografico come un nuovo Jim Carrey in un remake di Truman show e il film che stavano girando era la sua vita, ad insaputa, oppure effettivamente la casa che c'era intorno a lui esisteva veramente e nessun muro era di cartapesta. Uscì da quella casa e vide i corvi volteggiare, ansiosamente, quasi annaspassero nell'aria, accompagnati dai suoni dei loro versi gutturali.
Uno starnuto. Poi un altro. Carlo era allergico al grano. E se ne trovò un'intera distesa. "Dove mi trovo?" Non gli era dato saperlo. Camminò. Camminò. Camminò. All'improvviso, il silenzio. Poi un grande boato. Una bomba. Corpi dilaniati in un mondo improvvisamente privato del colore agitavano quel che rimaneva delle loro membra. Lo spettacolo era a dir poco raccapricciante. Bestie, uomini, e esseri non ben identificati si mischiavano in quel mare di corpi e fumi e sangue (anch'esso privo di colore vivo). L'istinto gli disse di fuggire e così prese la via per un ponte: l'unica fuga era quella. Un uomo si lamentava e il suo grido era così carico di dolore che quasi le mascelle si staccavano dal resto dell'apparato facciale. Fuggì nuovamente. Corse e svenne. Quando si risvegliò a soccorrerlo fu uno strano tizio, con un pomo davanti al volto.
Era quanto di più normale potesse trovare, in quel momento, e così gli chiese: "Dove mi trovo?" Fu allora che aprì gli occhi. Sorrise. E decise di non visitare più musei d'arte per qualche tempo.

9 commenti:

  1. Tra Stendhal e Stoccolma..quanti km ci sono?
    Si riesce a visitarli entrambi in giornata?
    Ho il uichend libero..peccato segua il LUNEDI'! :)

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  2. (Io sto già tenendo d'occhio il weekend di fine ottobre: segue Ognissanti, pensa che bello; un weekend senza un lunedì di ritorno).

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  3. mai prendere la via del ponte, imbocca sempre la laterale quella che costeggia via delle ferie.

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  4. Meglio andar per sagre, va là, altro che musei! :)

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  5. Sempre che non fosse un sogno nel sogno alla Nolan e che quindi la visita al museo fosse parte del sogno e la realtà fosse... Basta, mi sto già a perdere...

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  6. @ady: parole sante, signora mia; @charlie: sepoffà; @vaniglia: oppure potresti avere solo sognato questo racconto e il_cesco non esiste, volendo

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  7. museo d'arte? mah! io proverei a mangiare un po' più leggero, la sera... :)

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  8. @G9: dici così perché non conosci la caponata di mia madre.

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  9. @silas e, per conoscenza, @vaniglia: esisto, esisto. e vi farò impazzire :)
    @g9: la cipollata la sera prima, secondo me, non era stata un scelta saggia per carlo! :D

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