Scivola. Mi si strofina addosso, soave e sensuale, lieve come solo ciò che non ha peso può essere, poi va via. Mi lascia addosso solo il suo odore, la nostalgia di lei. Si trasforma in quel che è sempre stata e sempre sarà, solo parole, solo un ricordo che mi lascia incompleta, inutile: so bene che senza lei non servirei più a nulla, che proprio nulla sono, in fondo, se non una compagnia fugace, la consolazione di una sera triste o il riposo del giusto dopo una giornata di lavoro. Ma è il mio destino, è la mia gioia lasciarla: è segno che presto toccherà a me, che ancora una volta sarò vita, sogni, sollievo.
E infatti, subito dopo, arriva lui: pesante e sudato, mi salta addosso in un fiat, poi mi controlla e mi blocca. Mi prende, mi possiede, quasi mi stropiccia. Mi stringe, e io sono sua: si immerge in me, con me civetta e da me si lascia sedurre, abbandona i suoi sensi a quel che ho da fargli vivere, prima di dimenticare quasi che io esista. È un volo, un'illusione, una folle ebbrezza, e io mi piego alla sua volontà: in un istante mi rovescia, mi scopre in ogni mio angolo, mi perlustra e m'ingoia. Servo a questo, a nient'altro: a placare le sue passioni, ad evocarne di nuove, ad accendere le sue fantasie più esotiche e realizzarle in un istante. Velocemente mi succhia, e poi, mai sazio, torna a me, mi ribalta ancora e ricomincia da capo, da un punto qualsiasi del nostro amore.
Dal basso lo guardo: so leggere i suoi occhi, io, so interpretarne i guizzi. Mi struggo, al solo pensare che presto o tardi andrà via, che un'altra come me sarà fra le sue mani, nel posto che so dover essere mio. Mi chiedo perché passi oltre, perché mi abbandoni: sono più bella, più vivace, più fantasiosa. Sono esperta: so tutto ciò che vuole, cosa si aspetta, e tutto gli do. Solo una cosa non so fare: tenerlo stretto a me, evitare che il suo corpo scorra, si stacchi e mi lasci.
Così, com'è arrivato, va via. È sempre troppo presto, quando succede: va da quell'altra, l'infido, e io resto lì, sperando che torni. Solo di rado accade, quasi mai. Ma una cosa so: non ce n'è un'altra come me. Unica. Come ogni pagina.
E infatti, subito dopo, arriva lui: pesante e sudato, mi salta addosso in un fiat, poi mi controlla e mi blocca. Mi prende, mi possiede, quasi mi stropiccia. Mi stringe, e io sono sua: si immerge in me, con me civetta e da me si lascia sedurre, abbandona i suoi sensi a quel che ho da fargli vivere, prima di dimenticare quasi che io esista. È un volo, un'illusione, una folle ebbrezza, e io mi piego alla sua volontà: in un istante mi rovescia, mi scopre in ogni mio angolo, mi perlustra e m'ingoia. Servo a questo, a nient'altro: a placare le sue passioni, ad evocarne di nuove, ad accendere le sue fantasie più esotiche e realizzarle in un istante. Velocemente mi succhia, e poi, mai sazio, torna a me, mi ribalta ancora e ricomincia da capo, da un punto qualsiasi del nostro amore.
Dal basso lo guardo: so leggere i suoi occhi, io, so interpretarne i guizzi. Mi struggo, al solo pensare che presto o tardi andrà via, che un'altra come me sarà fra le sue mani, nel posto che so dover essere mio. Mi chiedo perché passi oltre, perché mi abbandoni: sono più bella, più vivace, più fantasiosa. Sono esperta: so tutto ciò che vuole, cosa si aspetta, e tutto gli do. Solo una cosa non so fare: tenerlo stretto a me, evitare che il suo corpo scorra, si stacchi e mi lasci.
Così, com'è arrivato, va via. È sempre troppo presto, quando succede: va da quell'altra, l'infido, e io resto lì, sperando che torni. Solo di rado accade, quasi mai. Ma una cosa so: non ce n'è un'altra come me. Unica. Come ogni pagina.
bella come un capitolo !
RispondiEliminaEcco! io avevo pensato alla mano dell'infido. Anche se avevo capito che c'era il trabocchetto. Le pagine sono uniche, hai proprio ragione. Ma non credo ci perdano, almeno alcune: sono indimenticabili!
RispondiEliminaIo invece me l'ero bevuta di brutto!
RispondiEliminaUnica come questa, ma magari questa un po' di più delle altre... M'è piaciuta una cifra!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminama quanto sarà bello leccarsi le dita prima di strofinarle su quella linguetta!?
RispondiEliminaNu, io sono un sostenitore delle dita asciutte. Ma de gustibus, eh? :)
RispondiEliminae pensare che io le tratto sempre con la massima cura e delicatezza... chi se lo immaginava che potessero provare piacere ad essere stropicciate!
RispondiEliminaIl piacere si nasconde sempre dove meno te l'aspetti.
RispondiEliminama che due c******i sti racconti mamma mia.
RispondiEliminapuah
na porcheria sembra la serie, quella che facevano su la 7 gold red shoes, già era un cesso il telefilm pensa a solo il racconto senza immagini...
porcheria
Caro anonimo, qui come nell'altro ti faccio notare che nessuno ti costringe a leggere i racconti pubblicati da queste parti. Poi mi piacerebbe capire a quale serie tu ti riferisca. In tutta sincerità dubito che tu abbia capito il senso del racconto.
RispondiEliminabellissima questa descrizione... la lettura paragonata al rapporto carnale. mi ci trovo in pieno.
RispondiEliminaCosì ho portato questo racconto a 1310...;-)
Oh, se vuoi saperlo l'hai portato a 2.187. ;)
RispondiEliminaMa chi parla è una birra Peroni?
RispondiEliminaCome hai fatto a capirlo?
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