La schermata del pc s’illuminò di verde: “Match found”, recitava esultante, “match found” e vaffanculo al serial killer.
Venus soffocò un gridolino in gola, mise una mano all’interfono e non compose un solo numero: come per magia all’altro capo del filo c’era già chi doveva ascoltarla.
- Ce l’ho. È il dna di Gordon.
- Lo sapevo, Venus. Dannazione, lo sapevo.
Passarono pochi secondi, e la voce del commissario Wolf si trasformò in una persona in carne ed ossa, novanta chili di intuito e muscoli nel laboratorio dell’agente Allister. Venus era meravigliosa: sotto un camice che richiamava alla fantasia giochi erotici sfrenati, l’agente Allister indossava un body nero che le fasciava il seno e un paio di pantaloni di pelle aderentissima, ma soprattutto nel suo sguardo si coglieva sempre la malizia di chi sa che un uomo non può che giacere ai suoi piedi. Wolf l’abbracciò.
- Sei sicura?
- Senza dubbio, capo. I capelli trovati sulla scena del quinto delitto combaciano alla perfezione con il campione che abbiamo prelevato.
- Quel porco se la dovrà vedere con me.
“Tutte stronzate”, disse l’ispettore Lupo. Lui sì che lo sapeva: conosceva a memoria tutte quelle serie, passava i suoi giorni liberi sdraiato sul divano a fissare Fox Crime e poteva fare l’elenco di ogni produzione recente o passata. Csi, Ncis, Cold Case, Senza Traccia, Medical Investigation, Criminal Minds, Castle, Law and Order, Il commissario Cordier, L’ispettore Barnaby, White Collar e adesso la novità assoluta, Venus e Wolf: non se ne perdeva una che fosse trasmessa in Italia, ma solo per dire che quei telefilm facevano schifo, che lavorare in polizia non è così, che gli esperti di informatica non sono quasi mai donne e se lo sono non sono gnocche, che arrivare alla prova del Dna proprio nel momento in cui il sospettato è sotto interrogatorio è praticamente impossibile, che è ingiusto creare nei familiari delle vittime l’illusione che risolvere ogni caso sia possibile o addirittura probabile. Era solo una, la serie che assolveva: conosceva a memoria la trama di tutte le puntate di Lost e no, su quella non si sentiva di muovere critiche, ma forse soltanto perché non gli era mai capitato di cadere con un aereo su un’isola deserta.
Certo, ovviamente c’era una punta di astio personale. Il fatto che fosse arrivata una serie il cui protagonista aveva il suo stesso cognome, seppure tradotto in un’altra lingua, lo faceva sentire un po’ più esposto al confronto. Per fortuna nella sua squadra non c’era nessuno che si chiamasse Venere, ma forse semplicemente perché una squadra, in fondo, non ce l’aveva: eccola, un’altra differenza, l’idea che in quattro o cinque si possa lavorare a tutti i casi, sempre quelli e sempre preparati, come se ci fossero così tanti poliziotti da potere schierare in una sola città. “Americani di merda”, disse misurando ad ampi passi il salotto.
La televisione gracchiava le scene finali del telefilm, illuminando il cadavere. “Bianco, trent’anni, mani da professionista”, osservò facendo il verso ai teleinvestigatori. Solo per quello: del resto quando la vittima è a casa sua identificarla è molto più facile. “Si chiama...”. L’agente Inglese si corresse: “Si chiamava Giovanni Lo Cascio, 33 anni, avvocato”. Lupo annuì. “Era appena tornato dal pranzo con una ragazza, Iolanda Di Carlo, con la quale si vedeva da qualche mese. È stata Iolanda a chiamarci: è tornata a casa, gli ha telefonato perché aveva dimenticato l’ombrello nella sua macchina e lui non ha risposto. Dopo un’ora e diverse altre telefonate ha avvisato il 113”. L’ispettore sembrava sovrappensiero: cos’avrebbe fatto Wolf al posto suo? Avrebbe sfoderato l’intuito e individuato subito il responsabile, ecco cos’avrebbe fatto. Si atteggiò a capo:
- Avete chiamato la medicina legale?
- Sì, ispettore. Arriveranno fra qualche istante.
- Chi è il pm?
- Panzica. Anche lui sta arrivando.
- Ok. Intanto cerchiamo impronte digitali, capelli, qualunque cosa possa essere utile.
- ...
- Interroghiamo i vicini, il portiere, i genitori. E manda qualcuno a parlare con la ragazza.
- ...
- ...
- Ispettore?
- Sì?
- Ci sarebbe un sospettato. La ragazza sostiene che qualche giorno fa un suo cliente, tale Marrone, l’ha minacciato di morte.
- Conosciamo anche il nome?
- No, ma sappiamo che aveva un processo per lesioni e maltrattamenti in famiglia, e la settimana scorsa c’è stata la sentenza di primo grado. E poi...
- E poi?
- E poi sull’agenda della vittima c’è segnato un appuntamento alle 15,30 con Giuseppe Marrone.
- Perfetto. Abbiamo il movente. Appena arriva Panzica fatti firmare il fermo di questo Marrone. Digli che c’è il pericolo di fuga.
Inglese strabuzzò gli occhi. La voce gli usciva a fatica: “E i gravi indizi di colpevolezza? Panzica non firmerà mai”. Troppo tardi: Lupo aveva già imboccato le scale. Non che non lo sapesse, l’ispettore: il pm non poteva far arrestare una persona con tutta quella leggerezza. Quel vecchio rincoglionito di Panzica sarebbe andato allo scontro, gli avrebbe fatto scappare il colpevole, gli avrebbe rimproverato tutti gli errori della sua carriera. Ma Lupo, per una volta, doveva fidarsi dell’istinto. Avrebbe fatto trapelare la notizia ai giornali, se necessario, avrebbe fatto sapere alla stampa che la polizia aveva trovato il colpevole ma la Procura pigiava sul freno. Aveva un mostro da sbattere in prima pagina, stavolta. Aveva il reietto che s’era sporcato del sangue di un trentenne di buona famiglia.
Forse Marrone era innocente, ma cosa gliene fregava? Era Wolf, lui. Altro che Fox Crime.
Venus soffocò un gridolino in gola, mise una mano all’interfono e non compose un solo numero: come per magia all’altro capo del filo c’era già chi doveva ascoltarla.
- Ce l’ho. È il dna di Gordon.
- Lo sapevo, Venus. Dannazione, lo sapevo.
Passarono pochi secondi, e la voce del commissario Wolf si trasformò in una persona in carne ed ossa, novanta chili di intuito e muscoli nel laboratorio dell’agente Allister. Venus era meravigliosa: sotto un camice che richiamava alla fantasia giochi erotici sfrenati, l’agente Allister indossava un body nero che le fasciava il seno e un paio di pantaloni di pelle aderentissima, ma soprattutto nel suo sguardo si coglieva sempre la malizia di chi sa che un uomo non può che giacere ai suoi piedi. Wolf l’abbracciò.
- Sei sicura?
- Senza dubbio, capo. I capelli trovati sulla scena del quinto delitto combaciano alla perfezione con il campione che abbiamo prelevato.
- Quel porco se la dovrà vedere con me.
“Tutte stronzate”, disse l’ispettore Lupo. Lui sì che lo sapeva: conosceva a memoria tutte quelle serie, passava i suoi giorni liberi sdraiato sul divano a fissare Fox Crime e poteva fare l’elenco di ogni produzione recente o passata. Csi, Ncis, Cold Case, Senza Traccia, Medical Investigation, Criminal Minds, Castle, Law and Order, Il commissario Cordier, L’ispettore Barnaby, White Collar e adesso la novità assoluta, Venus e Wolf: non se ne perdeva una che fosse trasmessa in Italia, ma solo per dire che quei telefilm facevano schifo, che lavorare in polizia non è così, che gli esperti di informatica non sono quasi mai donne e se lo sono non sono gnocche, che arrivare alla prova del Dna proprio nel momento in cui il sospettato è sotto interrogatorio è praticamente impossibile, che è ingiusto creare nei familiari delle vittime l’illusione che risolvere ogni caso sia possibile o addirittura probabile. Era solo una, la serie che assolveva: conosceva a memoria la trama di tutte le puntate di Lost e no, su quella non si sentiva di muovere critiche, ma forse soltanto perché non gli era mai capitato di cadere con un aereo su un’isola deserta.
Certo, ovviamente c’era una punta di astio personale. Il fatto che fosse arrivata una serie il cui protagonista aveva il suo stesso cognome, seppure tradotto in un’altra lingua, lo faceva sentire un po’ più esposto al confronto. Per fortuna nella sua squadra non c’era nessuno che si chiamasse Venere, ma forse semplicemente perché una squadra, in fondo, non ce l’aveva: eccola, un’altra differenza, l’idea che in quattro o cinque si possa lavorare a tutti i casi, sempre quelli e sempre preparati, come se ci fossero così tanti poliziotti da potere schierare in una sola città. “Americani di merda”, disse misurando ad ampi passi il salotto.
La televisione gracchiava le scene finali del telefilm, illuminando il cadavere. “Bianco, trent’anni, mani da professionista”, osservò facendo il verso ai teleinvestigatori. Solo per quello: del resto quando la vittima è a casa sua identificarla è molto più facile. “Si chiama...”. L’agente Inglese si corresse: “Si chiamava Giovanni Lo Cascio, 33 anni, avvocato”. Lupo annuì. “Era appena tornato dal pranzo con una ragazza, Iolanda Di Carlo, con la quale si vedeva da qualche mese. È stata Iolanda a chiamarci: è tornata a casa, gli ha telefonato perché aveva dimenticato l’ombrello nella sua macchina e lui non ha risposto. Dopo un’ora e diverse altre telefonate ha avvisato il 113”. L’ispettore sembrava sovrappensiero: cos’avrebbe fatto Wolf al posto suo? Avrebbe sfoderato l’intuito e individuato subito il responsabile, ecco cos’avrebbe fatto. Si atteggiò a capo:
- Avete chiamato la medicina legale?
- Sì, ispettore. Arriveranno fra qualche istante.
- Chi è il pm?
- Panzica. Anche lui sta arrivando.
- Ok. Intanto cerchiamo impronte digitali, capelli, qualunque cosa possa essere utile.
- ...
- Interroghiamo i vicini, il portiere, i genitori. E manda qualcuno a parlare con la ragazza.
- ...
- ...
- Ispettore?
- Sì?
- Ci sarebbe un sospettato. La ragazza sostiene che qualche giorno fa un suo cliente, tale Marrone, l’ha minacciato di morte.
- Conosciamo anche il nome?
- No, ma sappiamo che aveva un processo per lesioni e maltrattamenti in famiglia, e la settimana scorsa c’è stata la sentenza di primo grado. E poi...
- E poi?
- E poi sull’agenda della vittima c’è segnato un appuntamento alle 15,30 con Giuseppe Marrone.
- Perfetto. Abbiamo il movente. Appena arriva Panzica fatti firmare il fermo di questo Marrone. Digli che c’è il pericolo di fuga.
Inglese strabuzzò gli occhi. La voce gli usciva a fatica: “E i gravi indizi di colpevolezza? Panzica non firmerà mai”. Troppo tardi: Lupo aveva già imboccato le scale. Non che non lo sapesse, l’ispettore: il pm non poteva far arrestare una persona con tutta quella leggerezza. Quel vecchio rincoglionito di Panzica sarebbe andato allo scontro, gli avrebbe fatto scappare il colpevole, gli avrebbe rimproverato tutti gli errori della sua carriera. Ma Lupo, per una volta, doveva fidarsi dell’istinto. Avrebbe fatto trapelare la notizia ai giornali, se necessario, avrebbe fatto sapere alla stampa che la polizia aveva trovato il colpevole ma la Procura pigiava sul freno. Aveva un mostro da sbattere in prima pagina, stavolta. Aveva il reietto che s’era sporcato del sangue di un trentenne di buona famiglia.
Forse Marrone era innocente, ma cosa gliene fregava? Era Wolf, lui. Altro che Fox Crime.
Bellissimo ;-D
RispondiEliminaGrazie, Leuco'.
RispondiEliminaahahahahah giuro che ci sono arrivato dopo 20 secondi... In netto ritardo! :D
RispondiEliminaGrande Silas!
(minchia, ma tu cogli sempre i possibili doppi sensi che il mio inconscio dissemina... no, non c'entra Gordon Brown... ci ho messo un quarto d'ora per capire...)
RispondiEliminaQuesto "spazio" è davvero interessante, spero ti faccia piacere se torno!
RispondiEliminaUhm... sì, sono disposto a tollerarlo ;)
RispondiEliminaCerto che mi fa piacere. Adesso faccio un salto da te.
Uella, mi è piaciuto assa'! L'ispettore mi è enormemente simpatico, eppoi ama LoOost!!! ;)
RispondiElimina(io, da simpatizzante, o fan che dir si voglia, potrei dargli una dritta? di seguire The Closer, che è molto ben fatto)
Allora ti farò una rivelazione terribile: non ho mai visto neanche 30 secondi di Lost.
RispondiElimina(The Closer? Non conosco manco quello. Seguo troppo poco la tv, mi sa).
Voi sfornatori di racconti bellissimi avete di meglio da fare che seguire trame arzigogolate nel corso di anni e anni e anni! (però, alzarsi alle 5,30 di un lunedì mattina per vedere in diretta l'ultima puntata è stato impagabile: sì, sono psicolabile, lo so) ;)
RispondiEliminaNo, no... calma... nessuno pensa tu sia pazza ;)
RispondiElimina(Lei è troppobbuona).
altro che miami !!!
RispondiEliminaEcco perchè non c'ho la tivvù... (E comunque m'è piaciuto un sacco!!!! Altro che abbandonato ;-) )
RispondiElimina@vaniglia: fammi capire, non hai la tv per non risolvere omicidi a casaccio?
RispondiEliminaNon ho la tivvù per non sentirmi costretta a guardare Csi, Ncis, Cold Case, Senza Traccia, Medical Investigation, Criminal Minds, Castle, Law and Order, Il commissario Cordier, L’ispettore Barnaby, White Collar e LOST, solo perchè su quell'altro canale c'è la De Filippi, su quell'altro ancora c'è Fede, su quello là Bruno Vespa e su quello laggiù Barbara D'Urso... Che poi Il tenente Colombo quello sì, me lo guarderei volentieri...
RispondiEliminaEcco. La tv ti ha già catturata.
RispondiEliminaNessuno sfugge.
ahah Bellissima!! :) Silas sei un grande!
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