mercoledì 27 ottobre 2010

La tivvùteca di Babele

Un grande ritorno, oggi. Per permettergli di pagare un debito contratto da senzavoglia e per fargli scontare quella condanna a 12 ore di servizi sociali, ecco a voi un altro racconto di borges.

“Oh mannaggia!”. Puf e la televisione di Marco aveva smesso di trasmettere, all'improvviso schermo nero.
Subito sembrava il classico fastidio da “una botta sull'apparecchio e via”, ma al quinto pugno cominciò a farsi strada l'idea che questa volta era andata via per sempre. Come davanti a tutte le dipartite provò un grande dolore, d'altronde quel Mivar 28” lo accompagnava da quasi 20 anni: ogni volta che aveva un guasto, come con un parente malato, lo portava dal “dottore”, un suo caro amico che riparava elettrodomestici.
In verità, quest'ultimo era da un po' che stava cercando di metterlo in guardia, “Eh caro Marco, è sempre più difficile trovare schede che mi aiutino a riparare la tua tivvù”, “Eh caro Marco, stavolta lasciala per una settimana, perché il tubo catodico è veramente messo male”. Insomma segnali che lanciava, per infilargli l'idea che la televisione che lo aveva accompagnato per così tanto tempo era vicina a salutarlo per sempre. Così fu quella sera, all'improvviso.
Dolore o non dolore, però si faceva strada l'idea che se non si muoveva quella sera sarebbe rimasto senza televisione. Lui era uno metodico: dopo il lavoro arrivava a casa, si rinfrescava, telo blu per la faccia, telo rosso per le mani e telo verde per i piedi. Si preparava la cena e alle 20:00 in punto era seduto in poltrona ad ascoltare le ultime notizie del telegiornale.
Non poteva spezzare quella routine. Decise che all'ora di pranzo sarebbe andato in qualche megastore a comprarne una nuova.

“L'impero della TV” sembrava adatto: aveva aperto da due giorni, era vicino al suo lavoro, ed era un’immensa distesa di tv senza fine. Sicuramente avrebbe trovato quello che cercava.
All'ora di pranzo si sa, questi store sono aperti ma non pullulano di gente come al sabato. Ad entrare dentro si sentì come un fedele in un tempio. Quello era stato innalzato alla più grande icona dei nostri tempi, la televisione. La fila di tivucolor di tutti i tipi e di tutte le marche messe in fila era impressionante, tutte accese, tutte che trasmettevano telegiornali. All'inizio questo input immenso di pixel lo aveva lasciato abbacinato, poi, ripreso possesso di tutte le sue facoltà sensorie, cominciò a guardare con l'occhio scrutatore del compratore, e vide quello a cui prima non aveva fatto caso. Sì, vero che tutti trasmettevano telegiornali, ma ognuno differente, magari di un dettaglio insignificante, ma differente. C'era il tg1, il tg2, il tg3 e così via, ma ognuno di essi aveva o una notizia differente o la stessa notizia data al contrario o un conduttore differente.
Marco era affascinato e perplesso allo stesso tempo. Cominciò a seguire tutti questi televisori in fila ognuno con il suo tg differente dall'altro. Arrivò ad una scala mobile e scese, al piano di sotto si apriva un magazzino ancora più grande, anch'esso strapieno di televisori che trasmettevano tg. Qua davano le edizioni regionali, anche qua tutte le notizie ed il contrario di esse, quella che in un tg era data come verità assoluta in un altro era tacciata di bugia astronomica.
Marco continuò a camminare. Ormai aveva perso la cognizione del tempo: erano 4 ore che stava camminando dentro il negozio a guardare queste tv. Arrivato al centro di questa stanza c'era un'altra scala mobile che scendeva. Stavolta il magazzino che si apriva sembrava grande almeno il doppio di quello di sopra, faceva fatica anche a vedere la fine delle pareti. Stavolta gli idiomi erano strani, si sentiva uscire dalle tv tutte le lingue del mondo, tg in inglese, francese, cinese, spagnolo, arabo, finlandese. Tutti che davano notizie e il contrario di esse, inviati sbugiardati in una tv erano anchorman di successo in un'altra.
Sentiva la stanchezza ed anche i morsi della fame, ma non riusciva a fermarsi, guardando l'orologio erano 12 ore che già stava dentro quel magazzino. Niente: era ipnotizzato, sentiva solo una pulsione ad andare avanti alla scoperta di tutto quello che poteva vedere.
Ad ogni piano aumentava la grandezza del magazzino, aumentavano i corridoi pieni di tv, aumentavano le edizioni di telegiornali strani. Vide tg in lingue incomprensibili, in lingue ancora da inventare, vide i notiziari del passato, con le rispettive smentite. La storia riscritta dalle notizie, ogni volta diverse. Uno dava la notizia delle feste in Germania per il 95° compleanno del Fuhrer, un altro parlava dello stato più all'avanguardia del Medioriente, la Palestina.
Al 10° giorno che vagava in quel magazzino dell'assurdo, senza forze si accasciò vicino all'ennesima scala mobile che scendeva, ascoltò la voce che veniva dal televisore che stava di sotto. Stava trasmettendo il telegiornale del 2187. In quel momento morì.

19 commenti:

  1. "Ai confini della realtà" è roba da onanisti in confronto. :-D

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  2. caspita, silas, scorrono davvero come immagini televisive i tuoi racconti! però qualcosa di terribilmente realistico c'è: che in un tg dicono una cosa e in un altro l'esatto opposto... tipo, non so, tg3 e tg4... ;9

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  3. @Fabio: beh, sì, borges e Bradbury sono più o meno sullo stesso livello. Però a lui mica hanno dedicato una cosa così: http://www.youtube.com/watch?v=z7KDxnoTlc0
    @Mr: il racconto non è mio, è di borges. Non mi assumo responsabilità, eh? :)

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  4. Ahahahah...fantastico Silas!

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  5. quando si parla di teledipendenza... ma di surreale effettivamente c'è minzolini con il suo tg1.

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  6. ...secondo me si eera asciugato la faccia con il telo verde, è per questo che è morto! il problema è che minzolini non è surreale, è reale!

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  7. fantastico! figura 'e mmer...
    e c'è anche scritto!!

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  8. @Fabio: :)
    @Usagi: mi sa che ha ragione ady, mi sa;
    @ady: sì, il telo verde è una spiegazione plausibile;
    @Mr: ma che figura emmer? Una distrazione, càpita. (Ma che non si ripeta più :p)
    @Ernest: grazie :)

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  9. Uhm Eva , se parli con Silas è un Lui, se parli con l'autore cioè io , ad oggi posso garantire che sono un Lui, se parli con qualcun'altro scusa l'intrusione :D

    E comunque se era rivolto all'autore, grazie!

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  10. Borges... Io vendo televisori (in uno dei tanti lavori che faccio per vivere) e a casa mia non ne ho... Sarà perchè ho visto troppe persone accasciarsi esanimi nel megastore in cui lavoro?

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  11. Ne ho la certezza ;-)

    la televisione dovrebbe essere presa alla stregua di una lavastoviglie (cit)

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  12. minzolini non può essere reale... per favore, non mi svegliate! :-)

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  13. Non so perchè ma me la sentivo che finiva così. A pelle. Forse lo stile, un pò alla Welsh?! Comunque... decisamente bravo! ;)

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  14. Confermo, borges è tendenzialmente un uomo.
    @Vaniglia: ma tu quanti lavori fai?
    @Usagi: io invece preferirei essere svegliato
    @Maraptica: noi qui ospitiamo solo gente brava, eh? Qualcuno dovrà pur fare da contraltare al pessimo gestore del blog.

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  15. Non ho nemmeno la lavastoviglie... :-D

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  16. Quindi, per equilibrio di cose, dovrei non passare più da ste parti ;)
    La modestia è una gran cosa!

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  17. @Vaniglia: Lei non ha risposto alla mia domanda, signorina;
    @Maraptica: nu, torna. Ti prego (e qui faccia tipo gatto di Shrek, non so se esista un'emoticon corrispondente).

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