mercoledì 6 ottobre 2010

Il traditore

- Ha parlato.
Il maresciallo Pellitteri guardò il telefono, lo sganciò e lo rimise a posto, come se volesse controllare di non essere spiato. Inutil precauzione, si direbbe: sarebbe bastato un millimetro di circuiti elettrici all'interno della cornetta per captare ogni suo sospiro, sarebbe bastata una cimice nel cassetto o chissà dove.
- Dobbiamo spegnere la luce.
Era soddisfatto, Pellitteri: gli piaceva sentirsi un geimsbond, un agente segreto che ordina omicidi con il suo linguaggio cifrato, impossibile da penetrare. “Spegniamo la luce”: uccidiamolo. Se anche ci fosse stato qualcuno in ascolto, chi avrebbe potuto accusarlo di essere il mandante di un omicidio? In effetti la luce si spense. La stanza era illuminata dal computer: nella penombra si intravedevano la lampada da tavolo, una spillatrice e una pila di fogli. Più in là, il portapenne ospitava una bic nera, un paio di biglietti da visita, una chiavetta per il caffé e sei monete da due centesimi. Monete inutili, monete raccolte nel portapenne per liberare le tasche.
Simonetti annuiva. Non sembrava un mafioso, almeno non uno di quelli che si nascondono in casolari dispersi nelle campagne, soli con qualche etto di ricotta e un po' di cicoria: completo blu d'ordinanza, camicia bianca, cravatta senza svolazzi e mani curatissime, a chi fosse entrato nella stanza sarebbe sembrato un distinto signore che ascoltava le parole del maresciallo senza parlare. Non era un mafioso, in effetti: non un'inchiesta l'aveva mai sfiorato, non il minimo sospetto aveva macchiato la sua reputazione, e infatti Simonetti trascorreva le sue serate in mezzo alla crema della società, ai ricevimenti con il prefetto, alle cene con il pm De Luca, al matrimonio dell'onorevole Paradiso addirittura come testimone dello sposo. Si guardò le mani: sull'indice una piccola ferita testimoniava un taglio di poco conto, qualche goccia di sangue versato mentre un'immagine sacra bruciava. In sottofondo un mantra: “Giuro di essere fedele ai miei fratelli, di non tradirli mai, di aiutarli sempre, e se così non fosse io possa bruciare e disperdermi come si disperde questa immagine che si consuma in cenere”.
Una stretta di mano sancì l'accordo: Simonetti avrebbe informato la famiglia di Santa Maria di Gesù, che a Rieti aveva una decina operativa e rodatissima. Il maresciallo Pellitteri si alzò.
- Salutàmu allo zio Ciccio.

De Luca stava rileggendo la richiesta al gip. “Ritiene questo Ufficio, altresì, che gli elementi sopra indicati in merito al delitto di cui all’art. 12 quinquies legge 7 agosto 1992 nr. 356, aggravato dall'art. 7 del d.l. 152/91, integrano i presupposti di legge ex art. 321 c.p.p., in quanto la libera disponibilità dei beni di seguito specificati, può aggravare o protrarre le conseguenze del reato stesso, ovvero agevolare la commissione di altri reati per i motivi sopra specificati, anche in considerazione del fatto che gli indagati non risultano, allo stato, sottoposti a misure cautelari personali e che, pertanto, potrebbero reiterare nelle condotte sopra richiamate”. Un rumore lo richiamò all'attenzione: “Avanti”, disse quasi spossato.
Simonetti aprì la porta. Fece un passo avanti, la richiuse con calma. Scelse la via più pomposa.
- Mi chiamo Simonetti Salvatore, nato a Palermo il 12 aprile 1947. Desidero collaborare con l'Autorità giudiziaria.
Era ufficialmente un infame. Un traditore. Un dolore gli trafisse la mano.

9 commenti:

  1. Baciamo le mani caro Silas...:-)
    Sai che mi hai quasi assuefatta? Ormai aspetto con ansia che tu posti un nuovo racconto!

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  2. Dici che devo scriverlo come sottotestata del blog, una cosa del tipo "Questo blog crea un'elevata dipendenza, non iniziare". Oppure una cosa più sfumata: "Il tuo medico o il tuo farmacista possono aiutarti a smettere di leggere"?

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  3. Mmmm... No... Io direi una cosa del tipo: "Agitare bene prima dell'uso e non somministrare ai bambini al di sotto dei 13 anni..." e poi in piccolo (come fanno sui bugiardini): "Leggere attentamente le avvertenze, può avere gravi effetti collaterali"

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  4. L'indice prude! La cicatrice pulsa! E nessun Voldemort all'orizzonte! A mio modesto parere, per quanto da poco ti stia seguendo, il migliore finora.

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  5. L'unica cosa negativa di questo blog e che continua a contribuire alla mia stasi di lettura cartacea... Ci sono così tanti bei blog da leggere che mi sono un pochino fermato! E questo racconto, che anche io trovo essere uno dei migliori da quando vengo su questi lidi, conferma la mia idea che in particolari momenti il web2.0 possa sopperire anche ad un libro.

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  6. @Rospo... Se solo Silas accettasse gli chiederei di scrivermi i racconti a mano su dei bei fogli di carta spedendomeli quotidianamente perchè ciò che mi dà la carta è tutt'un'altra cosa... (Silas, non è che accetti vero?!?!?)

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  7. @Charlie: grazie; @Rospo: nu, internet non può sostituire la carta... anche perché altrimenti resterei senza lavoro; @Vaniglia: vada per la carta. Mela-p. O ctrl-p se hai il pc. :p

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  8. Pazzo! Tu pensi che io scherzi ma mica scherzo!!! Anche uno alla settimana potrebbe bastarmi (per alleggerirti il compito che stai per assumerti) :-P

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