- Ho portato del vino. Un buon Nero d'Avola, che ne dite?
Luca piazzò la sua bottiglia da 5 euro nella mano che attendeva un cappotto. Un filo di imbarazzo lo percorse: non sapeva farle, quelle cose. Non sapeva mai quando consegnare la bottiglia: sfilarsi il cappotto e poi mostrare il proprio modesto contributo alla cena oppure cavarsi subito il dente? Sorrise pensando a quel che avrebbe detto Alice: erano problemi infinitesimali che affannavano solo lui e nessun altro, ridicole etichette a cui si appigliava. Non le dava retta, naturalmente: era convinto che fossero i dettagli a fare la differenza, sebbene fossero proprio i dettagli a metterlo in difficoltà. Il risultato, comunque, era negativo: adesso, mentre si sfilava il cappotto, le mani di Giulia non lo attendevano più, impegnate com'erano a rimuovere dalla tavola l'Amarone che era stato scelto per la cena. Si limitò ad appenderlo all'attaccapanni. La casa era silenziosa.
- E Filippo?
Ennio guardò Giulia. Un lampo corse nei loro sguardi.
- È tornato al suo paese - rispose il padrone di casa.
- In Ucraina? - insisté Luca.
- Sì - intervenne Giulia. - Sai com'è? L'agenzia pretende che ogni tre mesi il bambino torni a casa, sai? Per non perdere la confidenza con la lingua, i… come dicono, Ennio? I… contatti col territorio.
Alice rise sguaiata.
- Sarà il bambino più invidiato del villaggio, grasso com'è.
Il gelo piombò nella stanza. Persino Alice lo capì: smise di ridere e fece un'osservazione sul tempo, riportando la conversazione a un livello da ascensore. Ennio riprese il pallino in mano.
- Vogliamo adottarne un altro, capite?
- Ma sì, certo - abbozzò Luca. - Un fratellino. Era questo l'annuncio che volevate farci?
- No, per quello c'è tempo. Prego - fece Ennio indicando una sedia.
Giulia corse in cucina, risalendo la corrente del profumo che invadeva la stanza. Tornò con un paio di piatti di pasta.
- Pappardelle al ragù bianco di maialino nero dei Nebrodi insaporito al Syrah - annunciò entusiasta.
L'odore era niente male, ma il sapore era decisamente migliore. Giulia era una grande cuoca: sin dai tempi di scuola, quando Luca in fondo le faceva il filo, la ragazza aveva sempre avuto una grande dimestichezza coi fornelli. Col tempo era ingrassata e aveva perso il proprio fascino, ma non la capacità di deliziare il palato.
- L'annuncio - spiegò Ennio mentre gli ospiti mangiavano il primo - è legato proprio a questa cena. Vogliamo farlo diventare la nostra attività, capite?
- Aprire un ristorante? - chiese Alice.
- No, non esattamente - replicò Giulia. - È la moda del momento, sapete com'è? Cene in casa, cioè: noi mettiamo l'annuncio su internet, raccogliamo le prenotazioni e… spiegalo tu, Ennio. Insomma: cuciniamo per una decina di persone a menu fisso.
- Non ci farete mica pagare? - domandò Alice con un'altra risata.
Ennio la guardò, pensando che Luca, alla fine, aveva scelto una moglie senza tatto. Non sapeva se rispondere, ma alla fine optò per una battuta.
- Al limite dovremmo pagarvi noi - sorrise. - Siete le nostre cavie.
- Ci è andata bene - proseguì Alice, stavolta senza ottenere risposta.
Giulia tornò in cucina: ne uscì con due piatti fumanti.
- Guanciale al forno in crosta di mandarino - disse stavolta.
Anche il secondo era molto buono: aveva un retrogusto vagamente dolciastro che Luca attribuì al mandarino, ma niente che fosse fuori posto.
La cena proseguì relativamente tranquilla: Luca e Giulia parlarono degli anni di scuola, Alice si esibì in un'altra decina di battute sgradevoli ed Ennio cercò di mantenere saldi i nervi.
- E allora? - chiese Ennio sulla porta.
- Allora approvato - rispose Luca. - E poi, insomma, lo sappiamo: Giulia è una grande cuoca.
- Già: nessuno cucina meglio di chi adora mangiare - aggiunse Alice.
Ancora una volta nessuno le rispose. Luca arrossì per la moglie, salutò l'ex compagna di scuola e il marito e si accomiatò. Visto il comportamento di Alice, forse non sarebbero stati più invitati.
- Al limite - disse entrando in auto - una volta o l'altra potremmo prenotare una di queste cene.
- Purché non si facciano pagare - rise Alice.
Luca si chiese perché l'avesse sposata.
- Mi spiace - disse Giulia a Ennio. - Luca è un amico, ma Alice è proprio impresentabile.
- Beh, comunque è stata una bella cena. Complimenti, amore, non c'era un solo dettaglio fuori posto, capisci?
- Non lo so, ma se non se ne sono accorti loro non se ne accorgerà nessuno. Non conosco nessuno più pignolo di Luca.
- Certo, amore: la storia del ritorno al paese regge sempre, capisci?
che c'hanno fatto col bambino cicciotto quei due snob là che fanno le cenette su internet per adescare scambisti?
RispondiElimina*Alice è una tragedia!
Io l'avrei strozzata col tovagliolo… un dettaglio importante! :)
RispondiEliminaOh mamma Silas... Sta volta hai superato te stesso. M'hai ricordato "Pomodori verdi fritti...etc etc etc" ma hai comunque superato te stesso :-)
RispondiEliminaoh Mio DIO!
RispondiEliminanon me ne vogliano gli altri, ma quando passo di quì e trovo un tuo racconto mi sfrego le manine. mi piace troppo leggerti, anche quando mi provochi disguto!
Se i comunisti hanno mangiato i bambini per decenni un motivo ci sarà pure stato!
RispondiEliminaProletari sì, ma buongustai.
Meraviglioso!!???!?! Caspitina ho dimenticato la prima regola di Sherlock Holmes, mai pensare che i più simpatici e per bene, siano i migliori! Eccoli là 'sti 'sassini!!!:-P
RispondiEliminaBunuel ne sarebbe fiero...
RispondiEliminaVaniglia mi ha "rubato" il commento sul film "pomodori verdi fritti"....
RispondiEliminaSilas, sei riuscito a farmi venire il mal di stomaco! cattivo!
La prossima portata CHI sarà, Alice?
E comunque, non la trovo così antipatica.... :-)
Eh anche a me è venuto in mente Bunuel.
RispondiEliminaAltroché se sarebbe fiero.
Ommadonna, povero Filippo!
RispondiEliminaChe poi a sentire Alice, il bambino era anche piuttosto ciccio..
Cosa avranno fatto del resto della carne? L'avranno congelata?
Flanneryyyyyyyyyy, ma cosa scrivi? :)
F A N T A S T I C O !
@Ubi Minor: mi leggi nel pensiero. Come hai fatto a capire che pensavo all'adescamento di scambisti, mentre scrivevo?
RispondiElimina@petrolio: i tovaglioli erano di carta, ecco perché
@Vaniglia: sai che non ci avevo pensato a "Pomodori eccetera"? Grazie, cara :)
@ady: bello :) (sapere di essere in grado di provocare disgusto, dico; pare merce rara, nell'ultimo periodo)
@gattonero: ecco. Erano avanti, lo sapevo
@Setarossa: ^^ mai abbassare le difese
@AleCava: non esagerare coi complimenti, sennò smetto di crederti :)
@Usagi: vedi sopra su "Pomodori eccetera". No, Alice è troppo magra (e poi c'è una scorta abbondante di Filippo)
@web runner: vale quel che ho detto ad Ale
@Grace: sì, ma dopo le prime due cene servirà un altro bambino
Ho solo qualche perplessità sull'abbinamento carne umana/Nero d'Avola. Per il resto tutto bene.
RispondiEliminaInfatti era stato scelto un Amarone.
RispondiEliminaEcco, il post l'ho letto stamattina dopo colazione. E l'idea di cosa fosse il dolciastro nel guanciale mi ha impedito di commentare subito dovendo correre altrove...Complimenti per la simpatia della Alice. Nonchè dell'ottimo gusto del Luca!
RispondiEliminaIl vino ci stava da dio!
RispondiElimina:D
@Charlie: fai colazione prestissimo, vedo :)
RispondiElimina@Stefania: quale dei due?
Il nero d'Avola.
RispondiElimina:)
Beh, l'Amarone è mica male.
RispondiEliminabè...scrivi bene e si capisce dove vuoi andare a parare! Easy :)
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