martedì 25 gennaio 2011

Notturno

Lo ammetto: ho un debito con quelli di Umore Maligno, quindi mi tocca pubblicare i loro racconti. Oggi è la volta di Orio.

- Ti piace?

Mi muovo in fretta, ho il respiro pesante. Ansimo. Sono troppo eccitato, devo pensare ad altro. Non sono abituato alla presenza di una donna. Non so cosa dire, non controllo bene le emozioni. Devo pensare ad altro, devo pensare ad altro. Il mio pessimo rapporto con il sesso. Roba da analisi, mi terrà tranquillo per un po'.

Tutta colpa dei traumi infantili, così dicono. Forse è vero. Ricordo lo shock quando sorpresi i miei che lo facevano. Quel giorno ero tanto sconvolto, mio padre dovette accarezzarmi a lungo. Quella volta non mi piaceva, non di fronte a mia madre, non dopo quanto avevo appena visto. Il pensiero di mia madre ha un pessimo effetto sulla mia erezione. Torno a pensare alla mia ragazza, alla prima volta che l’ho vista. La giro con decisione e ricomincio a prenderla.

È stato nel parco, di sera. Portava il suo cane in giro. Taglia piccola, per fortuna. Non sono simpatico ai cani grandi. Era al telefono, non mi aveva notato. La guardavo senza essere visto. A vederla bene ricorda molto mia madre, il suo modo di gesticolare è identico. Ampi gesti dietro la macchina fotografica. Ero terrorizzato ma lei sapeva come tranquillizzarmi, mi accarezzava la schiena solcata e dolente. Non mi controllo più. Il ricordo è intenso, le sensazioni amplificate dal ricordo.

Bene così. La sentivo distante negli ultimi minuti, anche un po' fredda. Rimango fermo su di lei a lungo, con gli occhi chiusi. Finalmente mi decido e mi sposto. L’auto in fin dei conti non è il posto più comodo. Lei è immobile, tranquilla. Mentre mi rivesto la guardo, non ricambiato. Apro lo sportello, dopo averla coperta bene. In piedi fuori dall’auto rimango fermo e guardo la notte. Ascolto la notte. Respiro la notte. Il buio fitto mi fa sentire in pace con me stesso. Cosa darei per una sigaretta. No, maledizione. Meglio così. È un pessimo vizio.

- È tardi, sarà meglio andare.

Torno verso l’auto, le giro intorno. Apro delicatamente il bagagliaio. Di spazio ce n’è tanto, nonostante ci sia già il cane. È davvero comoda la mia auto.

5 commenti:

  1. Da amante del noir d'autore, devo definire egregio il pezzo che ho appena letto.

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  2. Dopo il lauto pranzo a base di bambino cicciotello, un amaro necro ci stava proprio.
    Ma almeno il cagnetto poteva lasciarlo in vita, poraccio!

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  3. Ormai si sa, qui i finali son sempre choc!

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